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iii - il lauroi 115


onde tanto rovello?
Sai tu perché l’eterna
tua ghirlanda or è fregio alla taverna?
30Fu un vate poverello
che, non avendo da pagar lo scotto,
pegno lasciolla all’oste,
dicendo: «Questa dotto
far avvi diventar, sebben voi foste
35piú tondo assai che non è l’O di Giotto.
Questa da voi lontano
le folgori terrá:
e per voi Giove invano
dal cielo tonerá.»
40L’oste con quello alloro
all’orefice andò,
credendo di cavarne un gran tesoro:
e il fatto gli narrò.
Rise il maestro, e poi disse: «Mirate
45che le putte scodate
or calano alla rete!
Compare, in fede mia,
andate, che voi siete
piú asino di pria.»
50L’oste a casa tornato,
un fulmine cascò
che tutto gli asciugò
nelle bigonce il vino.
Il novo Calandrino,
55vedutosi beffato,
tolse l’alloro, e irato,
con le sue proprie mani,
lo appese all’osteria,
dicendo: «Lá rimani
60per vituperio della poesia». —
Silen volea piú dir; ma non potè
Febo piú; tenersi