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I
PER LE NOZZE
TOMMASO SORANZO ED ELENA CONTARINI
[1752]
Eternatrice dea di Giove figlia,
ch’ai gran cantor tebano,
mentre coll’arco in mano
al cielo ergeva i polverosi eroi,
5somministrasti amica i dardi tuoi,
deh volgi a me le ciglia,
acciocch’io canti con si nobil vena
questa bella dell’Adria inclita Elèna.
Elena? e chi a costei negar può i versi,
10che fu segno immortale
all’omerico strale?
Ella per lui, che con mentite penne
sé di cigno coperse, in luce venne:
e ben potea vedersi
15agli atti, alle sembianze altere e nuove
non averla prodotta altri che Giove.
Ahi che incendio crudele in petto nacque
dei giovinetti argivi
per que’ begli occhi vivi!
20Ma te tanta beltá lieto sol feo,