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216 | odi |
Alceste, Admeto ed Ercole
a te, gentil cantore,
poetico furore
veggo che inspiran giá.
Dunque il bel caso pingine;
e fa’ de’ prischi tempi
veri parer gli esempi
d’amore e d’amistá.
Sai che d’Admeto pascere
Febo degnò gli armenti:
sai che de’ suoi lamenti
ebbe di poi pietá.
Oh quanto a tai memorie
avrá diletto! Oh quanto
dal sublime tuo canto
rapito penderá!