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sonetti | 279 |
LXXV
PER NICOLA ZINGARELLI
[1793.]
Al maestro Nicola Zingarelli
compositor di musica eccellente,
che pregi singolari ha nella mente
e nobili costumi unisce a quelli;
perché questi di culto atti novelli
consecrati a la Vergine dolente,
per sola cortesia, liberalmente,
degnò con l’opra sua render piú belli;
e, col mirabil estro che lo investe,
scrisse di nuovo, e ai nostri monti ascese,
ed esegui una musica celeste;
fa in questi versi, perché sia palese,
d’eterna gratitudine proteste
il popolo e la chiesa di Varese.
LXXVI
PER UN TE DEUM
da cantarsi in ringraziamento delle vittorie degli Austro-Russi sui Francesi
[15 agosto 1799.]
Predáro i Filistei l’arca di Dio;
tacquero i canti e l’arpe de’ leviti,
e il sacerdote innanzi a Dagon rio
fu costretto a celar gli antiqui riti.
Al fin di Terebinto in sul pendio
Davidde vinse; e stimolò gli arditi;
e il popol sorse; e gli empi al suol natio
fe’ dell’orgoglio loro andar pentiti.
Or Dio lodiamo. Il tabernacol santo
e l’arca è salva; e si dispone il tempio
che di Gerusalem fia gloria e vanto.
Ma splendan la giustizia e il retto esempio;
tal che Israel non torni a novo pianto,
a novella rapina, a novo scempio.