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sonetti 305


CXIX

AL PITTORE ANDREA APPIANI

che gli aveva fatto il ritratto.

     Tu pingesti il mio volto, e nello sguardo
tutto esprimesti il creator pensiero,
che nella mente irresoluto e tardo
sempre s’arresta a rintracciar il vero.
    Pingesti il labbro, ove albergar gagliardo
udisti ognora il ragionar sincero,
né chiuse mai, simulator codardo,
bassa lusinga o riso menzognero.
     Pinger però non ti fidasti il core,
perché il credevi, in sue latebre stretto,
troppo ascondersi all’occhio indagatore;
     eppur, se di ritrarlo avrai diletto,
cercalo in te, ché, con eterno amore,
stassi unito col tuo, dentro il tuo petto.

CXX

AGLI ENDECASILLABI

     Endecasillabi, voi non diletti
cercar le veneri de’ prischi versi:
tali d’infamia turpe cospersi
no non si vogliono trattar subbietti.
    I duo Valerii laidi e scorretti
sien cari a gli uomini nel vizio immersi:
ma voi serbatevi ben puri e tersi,
a i dabben uomini sempre diletti.
     Gli esempi veteri sol ne la colta
forma s’imitino; ma in altro questi
no non si vogliono seguir per nulla.
     Sol io concedovi parlar talvolta,
ma con vocaboli e detti onesti,
di qualche tenera gentil fanciulla.