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ii - ascanio in alba 27


Venere. (accennando da un lato) Lá dove sale il colle,

fin che torni quaggiú Silvia, il tuo bene,
ricovrianci per ora. In questo piano
de la nova cittá le prime moli
sorgano intanto, e de’ ministri miei
l’opra vi sudi. Auspici noi dall’alto
dominerem su l’opra: e qua tornando
la pastoral famiglia
n’avrá insieme conforto e meraviglia.
Olá, geni miei fidi,
de le celesti forze
raccogliete il valor. Qui del mio sangue
sorga il felice nido; e d’Alba il nome
suoni famoso poi di lido in lido.
E tu, mio germe, intanto
a mirar t’apparecchia in quel bel core
di virtude il trionfo, e quel d’amore.
Al chiaror di que’ bei rai,
se l’amor fomenta l’ali,
ad amar tutti i mortali
il tuo cor solleverá.
Cosí poi famoso andrai
degli dèi tra i chiari figli;
cosí fia che tu somigli
a la mia divinitá.
Coro. Di te piú amabile
né dea maggiore,
celeste Venere,
no non si dá.
Con fren si placido
reggi ogni core,
che piú non bramasi
la libertá.

Molti pastori e pastorelle, secondo l’antecedente comando d’Aceste, vengono per ornar solennemente il luogo di ghirlande e di fiori. Ma