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52 opere drammatiche


quasi novello fiore

cui la rugiada asperge, e studi ed arti
novo acquistan vigore. Ella sui campi
semina l’agio, e semina con lui
l’alma feconditá. Nelle cittadi
sparge l’industria: e in libertá modesta
fra le onorate gare
la trattien, la fomenta. Il Nilo esulta
di si magnanim’opre.
Sovra il collo si reca
il benefico limo:
urta superbo l’onda,
e il felice terren bagna e feconda.
Oro. Oh cara madre! oh come
dolci d’un figlio al core
sonan gli encomi tuoi. Ma qual veleno
tu da cotanto bene elicer tenti,
augure di sventure?
Apollo. È troppo grande
tanta felicitá: Soffrirla in pace
il perfido Tifone
non potrebbe, o signor. Sai quante volte
nel maggior colmo delle sue grandezze
sparse d’orror funesto
la tua casa reai. Credimi, ei tenta
oggi gli ultimi sforzi. Osiri in cielo,
l’Egitto fortunato, Isi contenta,
son tanti acuti sproni
alla sua crudeltá.
Oro. Dunque si cerchi
d’eludere i suoi colpi.
Apollo. E questo è il fine
de’ pronostici miei. Garrulo vate
io non sono di mali
per turbare i mortali. Io li prevengo
perché s’armin prudenti, e faccian fronte