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iii - iside salvata 53


al destiti che minaccia.

Oro. Ecco la madre.
Come fra tante cure,
come sorride in quell’amabil volto
un fior di giovinezza! In uno inspira
riverenza ed amor. Siede in que’ lumi
la grandezza dell’alma; e piover quindi
sembrano i benefici.
Non oscuriamo, amici,
colle nostre dubbiezze
il seren di quel volto; e di quell’alma
non turbiamo la calma.

Iside e detti.

Iside. Eccomi pronta

a discender nel tempio. In questa pompa
10vi discesi, o figlio,
11di delle mie nozze. In quest’ancora
Osiride, il mio sposo,
rivedrammi dal cielo. Allor compagna
d’Osiride vi scesi,
or supplice e cliente. Allor l’amai,
oggi l’adorerò. Quel ch’ai mio core,
quel che ne’ labbri miei
esaggerava amore
oggi vero sará. Chiamarti adesso
con questo labbro istesso,
Osiride, degg’io,
mio nume, idolo mio. Tu, saggio Ermete,
tu m’accompagna.
Ermete. Io sarò teco.
Iside. Ad altri,
che ai sacerdoti e a noi
non è d’entrar permesso