Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/70

Da Wikisource.
64 opere drammatiche


Batto. Con questi universali piagnistei

rompereste la testa anco agli dèi.
Un solo, alla malora,
parli a nome di tutti. Ancor tacete?
Spacciatevi, esponete.
Alcindo, parla tu.
Ai.cindo. lo non m’arrischio.
Si LV ANDRO. A te, Montan, che se’ di noi piú franco.
Montano. Oibò, oibò, che, se le donne il sanno,
in mille pezzi poi mi sbraneranno.
Ratto. In somma, cosí va. Fate gran chiasso
cicalando tra voi; ma nel cimento
voi siete come i topi;
e niun vuol esser quello
che poi metta alla gatta il campanello.
Montano, parla tu.
Montano. Eh alfine che sará? Mi coprirò
il viso col cappello, e parlerò.
Sappia la nostra dea
che tutti noi pastori innamorati
ci troviam dalle donne ognor burlati.
Or vogliam che palesi
sieno a tutti gli amanti
le ninfe che in amor sono incostanti,
e vogliam che ciascuna un segno porti,
onde, nota al di fuori,
ingannar piú non possa altri pastori.
Filinda. Che tradimento è questo?
Eurisa. Ohimè che brutto intrico!
Corilla Ber me non c’entro, e non in’importa un fico.
Batto. Rimango stordito,
non so dove sia.
Che strana pazzia
è questa ch’io sento?
Cercando il tormento
apposta si va.