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iv - l'amorosa incostanza 65


Pensateci bene.

Dormiteci sopra.
Se avvien che si scopra
quel mal che cercate,
pensate, badate,
di voi che sará?
Coro. Difendi ecc.
Batto. Ebben, quand’è cosí, tosto men vado
a consultar la dea.
Cavatevi il capriccio;
e v’avvedrete un di quanto vi costa.
Ite, e tornate poi per la risposta.

SCENA II

Alcindo, Montano, Silvandro, Corilla, Filinda, Eurisa.

Alcindo. Ahimè, compagni miei,

sono le nostre amiche
in collera con noi.
Montano. Mirate come
si stanno lá in un canto
guatandoci sdegnate.
Mi pento, affé, d’averle corrucciate,
Silvandro. Eh, amici, non c’è male.
La donna è un animale
che passa in un momento
dai graffi alle carezze.
Andiamole a tentare; e voi vedrete
che non è grande il mal come credete.
Eurisa, che hai?
Alcindo. Filinda...
Montano. Corilla...
Eurisa, Filinda, Corilla.
Ah perfidi, ingrati,
si tratta cosí?