Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/72

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66 opere drammatiche


Corilla. D’amarci fingete,

pietá ne chiedete:
e poi, scelerati,
un tal tradimento
si medita qui?
Eurisa, F’ilinda, Corilla.
Ah, perfidi, ingrati,
si tratta cosí?
Silvandro. Eurisa mia garbata,
perché cosí sdegnata?
Io sono il tuo pastore.
Per te son tutto amore,
son tutto fedeltá.
Eurisa. Vecchio balordo e stolto,
osi mirarmi in volto?
Vattene via di qua!
Alcindo. Filinda amata,
non tanto in collera!
So che all’amante
tu sei costante;
non ti sdegnar.
Filinda. Pastor villano,
stanimi lontano;
non mi seccar.
Alcindo. Ah ben conosco adesso
che ho fatto una pazzia.
Filinda non m’ascolta, e scappa via.
Io la vo’ seguitare.
Silvandro. Eurisa ancora
se n’è andata di lá. Pazzi che siamo!
Perdemmo la fanciulla,
e per troppo voler non abbiam nulla.
Dietro le correrò,
e la raggiungerò;
e tanto opererò con preghi e doni
che alfin bisognerá che mi perdoni.