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iv - l'amorosa incostanza | 67 |
SCENA III
Montano, Corilla.
Montano. Caro mio bene, ascolta.
Non darmi si gran duolo.
Ah che un momento solo
non dubitai di te.
Ma che far si potea?
Tutti quanti i pastori erano d’accordo
di consultar la dea: ed io soletto
a parlar fui costretto.
Gorilla. Eh taci, ingrato!
Non meriti da me né amor, né fede.
Colle donne cosí non si procede.
Ominacci impertinenti,
assordate l’aria e i venti
cogli affanni, coi sospiri,
coi trasporti, coi deliri;
ma se poi nulla ottenete
i tiranni esser volete
della nostra libertá.
Traditori, andate andate!
Del mal gioco che ci fate,
si, ciascun si pentirá.
SCENA IV
Montano.
Hai ragione, o Corilla. — Ella sen fugge.
Non ho cor di seguirla. Io son confuso.
Non so quel che mi faccia.
Oh poveretto me!