Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/121

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Prima, vuole ch’ei non abbia offese le donne; secondo, ch’ei non abbia offesi i dotti e letterati milanesi. Udite alcuni de’ suoi argomenti. «Il mio maestro ha biasimate in genere tutte le donne di Milano: dunque non ne ha offeso veruna» (pagina io). «Il triangolo è una figura di tre lati; le diverse spezie de’ triangoli non si possono dolere di questa deffínizione: dunque le donne milanesi non si possono dolere che il padre Branda le abbia ingiuriate» (pagina n). «Epimenide cnossio disse de’ cretesi in genere che erano ventri pigri, male bestie e lingue mordaci: dunque non fece loro ingiuria» (pagina 13). Dopo questi maravigliosi argomenti conchiude dicendo: «Ma egli [il padre Branda] si dichiara e non si dichiara, confessa e non confessa. E le ragioni sono assai sottili e inviluppate». Circa l’altro punto della mia difesa, altro non fa questo grazioso scolarino che servirsi male a proposito d’un pensiere dell’illustre e modestissimo signor Francesco Maria Zanotti, per aver campo di dire che il signor Tanzi, il signor Balestrieri e qualche altro milanese, che compone nella propria lingua, tanto meritano il nome di dotti quanto «un legnaiuolo od un cuoco», e per conchiudere che io «sarò costretto a riverir singolarmente il padre Branda fra quelli che piú si accostano alla idea del perfetto filosofo», cioè, come giá abbiamo detto, fra il Cartesio, il Newton e il Leibniz. Tutto questo, con somma modestia e con sommo giudizio, lo ha manifestamente encomiato il padre Branda; e, fingendo di non accorgersi delle smoderate lodi che il suo scolare gli ha dato, senza punto schermirsene, tutto quanto approva amplissimamente. Eppure il padre Branda è quegli che, nella sua prima lettera al signor Tanzi, mi burla, insieme agli altri, delle vere ma modeste lodi, ch’io ho date a’ miei amici, non giá come ad amici, ma come ad uomini degnissimi di quelle lodi, e di piú, non tanto per lo costume loro, quanto per la loro dottrina. Male potranno salvarsi da questa burla del padre Branda i miei amici medesimi, i quali si sono compiaciuti di darmi qualche