Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/135

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esso in un si nobile tratto d’amicizia. Una tanto singolare catena d’amichevoli ufici in persone niente favorite dalla fortuna merita d’esser prodotta per esempio. Questo invidiabile movimento, impresso nel cuore del Tanzi nella prima giovinezza, non cessò giammai d’operare fino al termine de’ suoi giorni. La mediocritá del suo stato, della sua casa e de’ suoi comodi fu sempremai a disposizione degli amici, sia patriotti, sia stranieri. Anzi perfino la persona propria e i propri talenti, le due cose che piú mal volentieri gli uomini sagrificano al comodo altrui, adoperò egli per la massima parte della vita in loro servigio. Né via, né stagione, né stanchezza, né sonno, né grave abituale incomoditá di salute furono mai argine che bastasse contra l’impetuoso corso della sua amicizia. Contento, com’egli era, della propria condizione, e di animo troppo elevato perché volesse piegarsi, domandando mai nulla per sé agl’idoli sordi della terra, seppe discendere fino all’importunitá ed all’umiliazione d’un ambizioso, qualunque volta si trattò di soccorrer gli amici o i loro raccomandati. Il Tanzi, cosí adoperando, ebbe amendue le ricompense che l’amicizia suole avere: cioè dei cuori egualmente sensitivi e riconoscenti, che seppero misurarsi coll’altezza del suo animo; e degl’ingrati, che, obbliando i benefici di lui, procurarono una piú difficile gloria alla sua magnanimitá. Quanto a’ primi, per non offender la modestia di molti viventi, noi non nomineremo che due illustri defunti, amendue uomini di vastissima erudizione, di nobilissimo cuore e d’aurea innocenza, amendue la delizia del Tanzi, com’egli era la delizia d’amendue, cioè l’abate Quadrio e il conte Mazzucchelli. Quanto a’ secondi, noi non ardiremo, palesandone il nome, di fare un sagrificio di vittime umane ai placidi mani del nostro amico. Diremo soltanto, a gloria di lui, che, sebbene alcuni dall’alto della rapida loro fortuna sdegnarono di piú riguardar la picciolissima che il Tanzi aveva avuto il coraggio di partire con essi nel tempo della loro miseria, egli, per quanto noi sappiamo, non fu udito mai dolersi della loro ingratitudine, né vantarsi delle sue beneficenze. Come avrebbe potuto ciò fare, egli che fu generoso perfino co’ suoi nemici? Noi possiamo