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Sul «Quadro dell’istoria moderna» del Meheganò* La storia, che per mezzo de’ fatti dei passati uomini ammaestra i presenti e col racconto degli antichi avvenimenti politici, morali e naturali ne previene sopra i venturi, è stata sempremai trascurata dalla maggior parte de’ lettori. Noi non diciamo giá che siasi trascurato di leggerla anzi di studiarla, ché ciò si è fatto troppo bene; ma non si è studiata per lo vero fine, né osservata nel suo vero aspetto. Nulla è piú immediato all’utilitá dell’uomo, che l’osservazione di molti secoli sopra l’uomo stesso e sopra i cambiamenti vari delle cose, in maniera da trarne delle conseguenze per la nostra condotta e per le nostre opinioni. Ma la maggior parte de’ lettori e degli osservatori si sono finora applicati e si applicano tuttavia ai dettagli non conducenti a questo fine, oppure non hanno considerato né considerano questi dettagli per quella parte che influisce sopra di ciò. La consuetudine delle scuole, degli eruditi, de’ privati lettori ha declinato dal vero fine per cui si dee legger la storia; e per un mal inteso amor proprio ha fatto della scienza de’ fatti piuttosto un’occupazione della memoria che della riflessione, ed ha amato meglio eccitar la sorpresa e la maraviglia nella conversazione e ne’ libri, col racconto opportuno e inopportuno d’infiniti fatti e costumi particolari, che cercare, o far cercare agli altri, per entro alle storie, quel filo, che può servire a condor nella presente vita i privati, i ministri, i principi e le nazioni. (0 Quadro dell’istoria moderna dalla caduta dell’impero d’Occidente fino aita pace di U’estfalia del signor cavalier di Mehegan (Paii 0 i, 1766, 3 voi!.).