Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/165

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Dava con singolare finezza, ma con pari urbanitá la burla. La sua persona, la sua casa, le cose sue furono sempre alla disposizione de’ suoi amici non solo, ma anche di qualsivoglia onesta persona. Perciò, avendo potuto stabilirsi una non ordinaria fortuna, non lasciò a’ suoi superstiti altro che il modico asse provenutogli dal padre. Spossato finalmente dalle lunghe fatiche e da replicate malattie, cadde in consunzione e mori, nell’etá di anni 59, l’anno 1793. Una famiglia di cittadini suoi clienti ed amici, in segno di tenerezza e gratitudine, decorò il luogo della sepoltura di lui nel cimilerio di Porta comasina, facendovi porre, in un nobile monumento, la seguente iscrizione: Alla memoria di Vincenzo Dadda DEL COLLEGIO DE’ NOTAI E DE’ CAUSIDICI ASSISTENTE GIURISPERITO ALLA CAMERA MERCANTILE PUBBLICO LETTORE DELL’ARTE DEL NOTAIO POI DELLE INSTITUZIONI CIVILI UOMO NE’ PUBBLICI UFICI PER INGEGNO DOTTRINA INTEGRITÀ E LIBERALITÀ AMMIRATO NE’ PRIVATI PER UMANITÀ MANSUETUDINE E PIACEVOLEZZA AMATISSIMO MORI l’anno MDCCXCIII