Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/202

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l’arte della versificazione sarebbesi ben presto dimenticata, e i piccoli piaceri, che essa avrebbe potuto cagionare, non si sarebbono curati, massimamente in paragone di tanti altri piú grandi e piú intensi, che la natura e la industria somministrano all’uomo. Che fece adunque l’uomo versificatore? Avverti bensí egli che le parole materialmente considerate non erano altro che un suono aggradevole o non aggradevole, secondo la diversa natura o combinazione de’suoi elementi; e che il verso altro non era che un suono aggradevole resultante dalla diversa composizione di esse parole: ma avverti ancora che la parola era un segno convenuto e talvolta naturale delle nostre idee, e che per conseguenza la parola era atta a rappresentare e ad esprimere i concetti e i sentimenti della nostr’anima. Siccome poi fra questi concetti e fra questi sentimenti, che, per maniera d’intenderci, passavano o potevano passare nella mente dell’uomo, ce n’erano di quelli che, manifestandosi, sarebbono riusciti gradevoli all’altr’uomo, coll’eccitarvi delle sensazioni o coll’introdurvi o col risvegliarvi delle idee piacevoli, sia nella loro semplicitá, sia per la combinazione, relazione, proporzione e l’ordine di esse, cosi il versificatore si diede a fare un’arte sua propria di esprimere il piú vivamente che fosse possibile, col suono aggradevole del verso, i concetti e i sentimenti piacevoli dell’anima. Ed ecco l’espressione. Contuttociò non pose egli qui i termini della sua arte; ma, avendo osservato che certi uomini d’un carattere singolare avevano piú volte chiamata a sé l’attenzione degli altri uomini coll’eccitare in essi delle grate sensazioni ed idee per mezzo de’ concetti e de’ sentimenti manifestati, e per mezzo anche delle azioni consentanee ai detti concetti e sentimenti, però introdusse egli questi uomini singolari; e, attribuendo loro concetti, sentimenti ed azioni somiglianti alle loro e consentanee al loro carattere, chiamò egli pure per questa via l’attenzione degli uomini, ed eccitò egli pure nell’anima loro grate sensazioni ed idee. Ed ecco l’imitazione; ed ecco come il versificatore divenne poeta; e la versificazione poesia, facoltá, secondo la sua giusta idea, infinitamente nobile e grande.