Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/231

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nostra mente delle piacevoli idee, analoghe al suo tutto medesimo; e cosí ci presenta tanti altri graziosi oggetti, i quali, subordinati a quegli altri, che debbono signoreggiar nel tutto da esso voluto, per costituirlo tale, accrescano la varietá de’ nostri sentimenti piacevoli all’occasione dell’oggetto precipuo e totale, che l’arte ha intenzione di rappresentarci. Questo è ciò che fanno gli eccellenti poeti e gli eccellenti dipintori, i quali, sebbene procurano di non trattenersi principalmente se non sopra quegli oggetti che naturalmente conducono alla perfezione del loro tutto, pure nello scorrere per essi non lasciano di accennarne vari altri, che possono di per sé lare una gradevole impressione nelPanima, senza che si tolga o s’interrompa reffetto continuo dell’oggetto principale. Siccome questo accennamento, di cui parliamo nella materia delle belle lettere, appartiene massimamente all’espressione ed allo stile, perciò noi rimettiamo di ragionarne piú a lungo in que’ luoghi, non giovando qui interrompere di soverchio il corso naturale delle nostre idee; e passeremo a dir qualche cosa dell’ordine.

Capo VI

Dell’ordine. Non basta che ci sia proporzione di qualitá e di quantitá fra gli oggetti e fra le parti componenti un tutto dell’arte, ma inoltre gli oggetti vi debbon essere talmente disposti, che ciascuno di essi vi faccia il piú grande effetto possibile, cosí rispettivamente a sé, come al tutto; e l’arte conseguisca il piú fortemente che si possa il suo fine. Ciò si ottiene per mezzo dell’ordine. La negligenza degli scrittori ha fatto spesse volte confonder l’ordine colla proporzione. «Ordine», per esempio, nell’architettura significa certe determinate forme e certe determinate proporzioni di parti proprie d’uno o d’un altro membro elementare, che caratterizza il tutto dell’edificio, e lo costituisce in uno de’