Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/254

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ne può ricavare, onde meglio conseguire il fine che essa si propone. Come le idee, che gli uomini generalmente hanno, sono in grandissimo numero, cosí in grandissimo numero convien che sieno i suoni dell’umana voce, destinati ad esser segno ciascun di qualche particolare idea; ed il complesso di questo gran numero di segni è quello che noi traslatamente chiamiamo lingua. Ma nond’una lingua sola si servono gli uomini sopra la terra; anzi, secondo che quelle adunanze di molti uomini, alle quali si dá il nome di «popoli» o di «nazioni», son divise o differenti tra di loro per ragion del clima, de’ costumi o delle varie circostanze politiche, cosí sono varie e fra di lor differenti le lingue che gli uomini parlano. Per significare il detto complesso de’ suoni, noi italiani, oltre del vocabolo «lingua», ci serviamo indifferentemente di altri nomi, come «linguaggio», «favella», «idioma» e simili. Delle varie lingue, di cui gli uomini si sono serviti o si servono ad esprimere le loro idee, altre si dicon «vive», altre «spente», altre «morte», altre «erudite», altre «colte», altre «barbare», altre «forestiere». «Lingue vive» chiamansi quelle che tuttora si parlano da qualche nazione d’uomini sopra la terra; «spente» quelle le quali si sa o si deve supporre che parlate fossero da molti fra gli antichi popoli, e delle quali a’ nostri giorni non resta o non si conosce verun notabile vestigio; «morte» piú propriamente si dicon quelle che ora piú non si parlano da nessun popolo nell’uso comune del vivere, ma che nondimeno, mercé degli scritti e delle antiche reliquie di marmi, di bronzi o simili, si conservano tuttora conosciute ed intese; «erudite» si chiamano queste medesime, perché, imparate che sieno, servono a darci notizia delle cose e de’ fatti degli antichi, in cui propriamente consiste ciò che dicesi «erudizione». Ma, fra le lingue morte, quelle particolarmente chiamansi «erudite», le quali contribuiscono bensí a farci acquistar questa erudizione, che ne può esser utile in molte occorrenze, ma per lo cui mezzo nondimeno non sono a noi pervenute insigni opere di scrittori o simili altri monumenti, che direttamente servano di modello