Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/288

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Le poesie di Francesco Berni sono utilissime per l’uso della lingua e dello stile in cose famigliari e piacevoli. Chi non è nato bullone quanto lui, e chi non ha come lui il vero intrinseco atticismo della lingua, non pensi di seguirlo poetando, se non vuole accrescere il numero degli sciocchi, che si sono renduti ridicoli e dispregevoli imitando il carattere originale di lui. Annibai Caro, leggiadrissimo scrittore, massimamentedi prosa, nella nostra lingua. Le piú stimate fra le opere di lui sono la traduzione dell’ Eneide, benché non senza ragione venga ripreso d’essersi assai volte scostato dal testo, e le lettere, nel qual genere l’italiana lingua non ha nulla di piú puro, di piú elegante, di piú grazioso, né di piú accomodato alle cose che vi si trattano. Le sue lettere d’aiTari massimamente dovrebbono, anche a’ tempi nostri, essere il modello delle segreterie, se in queste, generalmente parlando, si avesse punto cura di bene scrivere. I nomi del Caro e del Castelvetro non possono andar disgiunti, perché l’uno risveglia l’idea dell’altro. Quest’ultimo fu uomo dottissimo in ogni sorta di letteratura, e scrisse molte cose in materie poetiche e grammaticali. Felice lui, se la sottigliezza del suo ingegno non lo avesse talvolta trasportato oltre i limiti del vero, e se i suoi avversari avessero voluto concedere d’aver torto in molte cose! Lo stile di lui è semplice, breve, preciso, nervoso, comeché alquanto severo; la locuzione è propria e corretta, se non che egli adottò certe parole e certe forme che non bene consonano colle altre, e perciò fanno rincrescimento al lettore. Giorgio Vasari, famoso pittore ed architetto, scrisse le Vite de’ piú eccellenti pittori, scultori ed architetti. Quest’opera deve ad ogni conto leggersi da chiunque pretende d’aver buongusto in materia di belle lettere o di belle arti. Noi non sapremmo come meglio darne idea, fuorché servendoci delle parole di monsignor Bottari, inserite nella prefazione da lui fatta alla nuova edizione delle Vite del Vasari per esso procurata. «Del pregio dell’opera — dice egli — è anche superfluo il ragionarne. La stima, che n’è stata fatta sempre da tutte le nazioni e che sempre è andata crescendo, ne parla a sufficienza. Ognuno sa che in