Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/324

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in ogni paese è diversa, ma per una reale impressione, che tuttavia, e di lor natura, fanno sopra il cuor nostro, vengano a recarci diletto. Tanto piú universali sono poi state sempremai quelle arti dilettevoli, al soccorso delle quali non bisognano stranieri mezzi, ma la mente basta, o gli organi dell’uomo stesso: perciò comuni a quanti popoli abitano la superficie della terra furon sempre il canto, la danza e, nulla meno di queste, la poesia. Cominciando dagli ebrei fino agli ultimi popoli della terra, tutti quanti hanno avuto i loro poeti. Né parlo io solo delle nazioni ch’ebber riputazione delle meglio illuminate, ma delle barbare ancora, anzi delle selvagge, presso alle quali non pur veruna scienza, ma niuna delle belle arti è fiorita giammai. Ci rimangono ancora memorie o graziosi frammenti della poesia degli antichi galli, de’ celti e degli sciti. Lungo sarebbe chi parlar volesse delle poesie degli arabi, de’ turchi, de’ persiani, degl’indiani, delle quali molte veder possiamo tradotte nelle lor lingue dagl’inglesi e da’ francesi. È pur conosciuta da’ viaggiatori la poesia della China, del Giappone, de’ norvegi, dei lapponi, degl’islandesi, che in materia di furore poetico sono fra gli altri popoli singolari. Fino a’ selvaggi deU’America, che non hanno verun culto di religione, conoscono la poesia. Questa sola universalitá adunque di essa, siccome dimostra non esser la poesia una di quelle arti che dall’uno all’altro popolo si sono comunicate, ma che sembra in certo modo appartenere all’essenza dell’uomo, cosí a me par bastevole per se medesima a dimostrare che un vero, reale e fisico diletto produca la poesia nel cuore umano; non potendo giammai essere universale ciò che non è per sé bene, ma soltanto lo è relativamente. Ma io odo interrogarmi: — E in che consiste egli adunque e donde nasce cotesto piacere o diletto, che in noi produce la poesia? — Se noi ricorriamo all’origine di quest’arte, egli è certo che non altronde che da un dolce e forte affetto dell’animo debb’esser nata, siccome da un dolce e forte affetto dell’animo