Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/387

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VII Dio e la Natura ci comandano di vivere non giá solamente con una legge scritta e pubblicata, come proveniente dai motivi superiori della religione e dall’amore dell’ordine universale ben conosciuto; ma molto piú con una infinita e variata serie di sensazioni piacevoli, delle quali, rispettivamente a noi, è composto e formato il nostro vivere. Queste, senza anticipamento della nostra riflessione e quasi malgrado nostro, ci rendono caro il momento attuale della nostra esistenza; queste ci fanno veementemente desiderare altri simili momenti per l’avvenire, e, se fosse possibile, per tutta l’eternitá; queste, mercé della nostra propria sperienza e dell’osservazione che facciamo sopra degli altri, ci fanno, a dispetto nostro e con grandissima fiducia, sperare gli stessi momenti che desideriamo; queste finalmente ci allontanano con ribrezzo dalla idea della loro interruzione e con raccapriccio ed orrore dall’idea della loro cessazione totale. vili L’uomo cerca perpetuamente la felicitá; e questa non consiste in altro che nelle sensazioni piacevoli. IX Tutta la sapienza consiste nel diffidare de’ nostri sensi e delle nostre passioni. 1 sensi non portano alla nostra anima la realtá degli oggetti, ma le impressioni che gli oggetti fanno sopra di essi. L’anima riverbera sopra gli oggetti le impressioni ricevute, e, ingannandosi, ripone negli oggetti quello che soltanto è nella sensazione. Questo riguarda la conoscenza, ossia l’anima conoscente. Le passioni operano alla stessa guisa riguardo alla volontá, ossia l’anima appetente. Le passioni portano l’anima verso gli oggetti.