Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/159

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I A Paolo Colombani, libraio. — Venezia Proposte per la ristampa del Mattino e del Mezzodí, corretti, e per la stampa della Sera, alla composizione della quale attende ancora. Fu per errore che esibii a Vostra Signoria riveritissima il mio Mezzodi. Il signor Graziosi m’aveva scritto, raccomandandomisi per esso. Come io tardai molto a rispondergli, mi dimenticai del cognome, e scambiai Graziosi in Colombani. Tuttavia non mi dolgo di questo equivoco, avendo io la medesima stima per lei che ho per il signor Graziosi. Quanto alla mia Sera, io ne ho quasi dimesso il pensiere : non che nop mi piaccia di compiere i tre poemetti da me annunciati, ma perché sono stomacato dell’aviditá e della cabala degli stampatori. Non solo essi mi hanno ristampato in mille luoghi gli altri due, ma lo hanno fatto senza veruna participazion meco, senza mandarmene una copia, senza lasciarmi luogo a correggervi pure un errore. Questa Sera è appena cominciata ; e io non mi son dato veruna briga di andare avanti, veduto che non ne posso aspettare il menomo vantaggio, e probabilmente non proseguirò, se non avrò stimoli a farlo. Aggradisco le proposizioni di lei, e su questo proposito le rispondo che sarebbe mia intenzione di fare un’edizione elegante di tutti e tre i poemetti, qualora l’opera fosse compiuta. Se Ella dunque si risente di farla, io mi esibisco di darle la Sera terminata per il principio della ventura primavera, e insieme gli altri due poemetti corretti in molti luoghi e migliorati.