Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/166

Da Wikisource.

potrá in lui mancare, fuorché un ardentissimo zelo di ben servire il suo principe e d’impiegarsi con tutte ie forze a vantaggio della sua patria. .( 0 . [anteriore all’ottobre 1769]. IV All’abate Pellegrino Salandri, segretario perpetuo dell’accademia virgiliana. — Mantova Narra la storia di una edizione del Femia del Martelli, ch’egli ebbe, per qualche tempo, in animo di fare. Caro amico, E una fatalitá ch’io debba sempre risponder tardi alle carissime vostre. Siccome io non ho molta corrispondenza di lettere e perciò, quando sono in campagna, non incarico veruna persona, che le levi per me dalla posta, cosi io non ho trovato la vostra se non al mio ritorno in cittá, eh’è seguito questa settimana. Ho adunque il dispiacere di commettere un doppio mancamento a vostro riguardo: l’uno di risponder tardi, e l’altro di non poter servire il signor Collonello di Raschierá né voi per ciò che desiderate. Il Femia del Martelli non fu altrimenti stampato a Lugano, come voi supponete e come io avevo veramente intenzione di fare, giá è parecchi anni. Voi sapete meglio di me che la prima edizione del Femia fu fatta in Milano per mezzo dell’Argelati, al tempo che il Martelli viveva. Ne furono poi, per prepotenza del Maffei, latte sopprimere, il piú che si potè, le copie, talmente che sono divenute rarissime. Erami capitata una lettera inedha del Martelli assai lunga, nella quale si raccontavano le vicende (1) Manca la parte del foglio, che doveva contenere la fine [Ed.].