Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/175

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memoria presente all’Eccellenza Vostra, in caso che le si offerisse luogo di farmi sentire ulteriormente l’influenza della sua protezione. L’umanitá, che Vostra Eccellenza si è sempre degnata di dimostrarmi, e quella massimamente che mi dimostrò pochi giorni sono, quando ebbi l’onore di presentarmele, sono il motivo che, oltre l’esposte mie circostanze, m’hanno indotto alla temeritá di importunarla scrivendo, e a pregarla inoltre di ritenere nel solo suo discretissimo cuore questi miei sentimenti. Chieggo all’Eccellenza Vostra umilmente perdono di quanto ho ardito di fare, e sono, con profondo rispetto, di Vostra Eccellenza, ecc. Milano, 5 dicembre 1773. XI All’abate Angelo Teodoro Villa, regio professore DI STORIA ED ELOQUENZA NELLA REGIA UNIVERSITÀ. — PAVIA Si lagna del contegno del Villa verso di lui. Amico carissimo. Ho ricevuta e fatta comunicare la vostra al signor prevosto Bossi, e ne attendo e vi parteciperò la risposta. A me intanto pare che avreste dovuto fissar piú precisamente il termine a cui intendete di trasmettere i vostri scritti, perché gli altri nostri colleglli hanno premura di far presto il debito loro. Rispetto al foglio a parte della vostra lettera, mi guarderò bene dall’andare in collera con voi per le puerilitá che contiene. Soltanto vi assicuro che, né in questa né in altre occasioni, io non vi ho fatto mai né il torto né l’onore d’esser geloso di voi. Altre sono le ragioni per cui io tratterò o non tratterò la nota pei sona. Se non concedeste tanto a cotesto vostro piccolo amor proprio, non dareste corpo a certe sciocchezze, che non meritano di solleticarlo. Voi sapete che io mi son talvolta doluto di voi