Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/179

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del proprio, e in proprio nome. Tre anni fa, il governo mi fece l’onore di farmi tornare a mie spese dalla vacanza a Milano, per essere uno degli esaminatori de’ professori da mandarsi nelle cittá provinciali. In questo decorso di tempo poi sono stato piú volte comandato, massime per mezzo del fu abate Salvadori, ora ad esaminare manoscritti, ora a dare il mio parere sopra libri scolastici, ora ad assistere alla correzione di cose da stamparsi per ordine del governo, e simili. Finalmente, giá da due anni, sono uno de’ membri della commissione delegata alla nuova compilazione de’ libri scolastici. Da queste ed altre cose, che per brevitá tralascio, Vostra Signoria illustrissima vedrá che la corte ed il governo mi hanno fatto e mi fanno l’onore di considerarmi abile in qualche materia. senza che nondimeno me ne sia venuto. [1776] [manca il resto] XIV All’abate Pizzi, custode generale d’Arcadia. — Roma Ringraziamenti per la sua ammissione in Arcadia. Illustrissimo signore, signore padrone colendissimo, L’onor singolare, che cotesto illustre corpo dell’Arcadia s’è degnato di farmi, e l’espressioni di gentilezza e di bontá, con cui Vostra Signoria illustrissima me ne porge la notizia, formeranno sempre una dolce compiacenza per il mio animo, atta a rendermi piú cari i giorni della vita che sopravvanzano. Egli è vero che io mi sento uno interno rimorso, che nasce dalla coscienza che io ho di non meritare una si nobile dimostrazione a mio riguardo, e di doverla anzi alla graziosa prevenzione di alcuno, che per troppa amicizia mi ha rappresentato all’Arcadia per un soggetto troppo piú degno di quel che io non sento di essere. Ma io non amo di discutere questa cosa con Vostra