Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/206

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Provvidenza mi conceda vita, salute e tranquillitá, come io profitterò de’ primi momenti per render sempre piu manifesta l’ammirazione, che hanno destata in me l’elevatezza del suo animo e la singolaritá de’ suoi talenti. Frattanto mi glorio di protestarmi col maggiore ossequio, ecc. Milano, 12 febbraio 1797. XL [Al dottor Giuseppe Paganini. — Milano] Gli manda, dalla campagna, una lettera da consegnare, e gli parla delle proprie infelicitá. Io mi trovo in un’aria felicissima, in un paese amenissimo, sopra una collina, donde domino un interminabile orizzonte di pianure e di montagne, in una compagnia piena di amicizia e di cordialitá; e nondimeno io sono il piú infelice di tutti gli uomini. Tu ne indovini la cagione. Ah, per caritá, fammi il piacere di consegnar subito rinchiusa, per sollevare in parte il mio dolore, lusingandomi la fantasia. Salutami tua moglie e donna Paola. Scrivimi e conta sopra tutta la mia riconoscenza. Addio, ecc. 13 luglio. XLI Al medesimo Lo prega di trovargli un servo. Amico caro, Saluto tc e tua moglie. Desidero che stiate bene, come sto anch’io. Se saluterai in mio nome anche la Tognina, il Bellati, il Pietrino e l’avvocato Casali, ecc., mi farai grande piacere.