Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/242

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bisognasse raccogliere piú brevemente che si poteva i vocaboli che esprimono acconciamente le idee e le loro relazioni riguardo al parlare ed allo scrivere nelle lingue che si torranno ad insegnare. Trattandosi d’insegnare la lingua italiana e latina, i dizionari d’amendue queste lingue dovranno essere cosi compilati, che, senza esser molto dispendiosi né incomodi per la mole, accennino tutto ciò che appartiene alla pronuncia, all’ortografia, all’etimologia, al senso, all’uso ed alla quantitá delli stessi vocaboli. Per ora a questi riguardi non si ragionerá se non del vocabolario latino-italiano, che la commissione per la maggiore necessitá ha giudicato di dover compilare per il primo. La medesima commissione si riserva a dire un’altra volta, del vocabolario italiano latino, ciò che ora le sembra non poter esser comune al latino-italiano. Primieramente adunque, per ciò che appartiene alla prò nunzia, tutte le sillabe de’ vocaboli latini saranno contrassegnate cogli ordinari segni della prosodia. In secondo luogo i medesimi vocaboli saranno scritti secondo la migliore e piú comunemente adottata ortografia. I vocaboli poi saranno registrati per ordine di primitivi e di semplici, aggiungendo a ciascuno prima ciascun derivato, poi ciascun composto. Ciascun derivato e composto sará messo per ordine d’ai fabeto a suo luogo, secondo l’uso comune, rimettendo il lettore per la loro intelligenza ai primitivi ed assai semplici. Sotto ciascun derivato si registrerá ciascun composto, e i primitivi ed i semplici saranno scritti con caratteri maiuscoli. Ciascuna classe di primitivi e di semplici, seguita ila’ suoi derivati e da’ composti, sará distinta dalle altre con segni a ciò opportuni. Ciascun composto sará scritto cosi, che sensibilmente appariscano le parti che Io compongono. Si piglieranno indifferentemente per semplici i verbi ed i nomi, secondo che parranno piú semplici gli uni che gli altri.