Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/257

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Nessuno impara il greco per comporre, e nessuno compone in greco, fuorché per capriccio. Ciononostante, siccome utilissimo e quasi necessario per ben tradurre è l’avere imparato la sintassi greca della prosa, cosi viene ad esserlo egualmente quella del verso; massimamente che, se taluno per capriccio compone in questa lingua, piú volentieri si determina al verso che alla prosa. Perciò in fine della nostra grammatica riserberemo il trattare della quantitá, degli accenti e delle licenze poetiche. Quantunque però siano stati i greci che insegnarono la poesia a’ latini, comunicando ad essi il loro proprio verso ed i differenti loro metri ; nulla di meno, perché la cognizione di queste cose deve premettersi allo studio del greco, si lascerá di trattare ampiamente, dovendosi questo eseguire nella grammatica latina e nel corso delle belle lettere. Dai libri elementari, con cui somministrare alla gioventú la copia e la proprietá necessaria delle parole ed abilitarla a regolarmente usarle e costruirle nelle tre lingue, passa ora la commissione a proporre a Vostra Eccellenza le sue idee intorno al piano de’ libri elementari per lo studio delle umane lettere. Sotto a questo titolo d’«umane lettere» comprenderá la commissione ciò che comunemente si chiama l’oratoria e la poetica; ma si l’una che l’altra di queste facoltá saranno diversamente trattate da quel che generalmente si usa ne’ libri e nelle scuole destinate per la prima gioventú. I difTetti, che la commissione ha riconosciuti nel presente sistema d’insegnare ciò che volgarmente si chiama l’oratoria o rettorica e la poesia, V hanno mossa a considerare con tutta l’attenzione possibile questa materia, si per proporre a Vostra Eccellenza un metodo che fosse realmente utile e giudizioso, si per giustificare la via diversa, che la commissione intende di battere nella formazione de’ libri elementari relativi a questo oggetto. Prima di tutto i libri volgarmente detti di rettorica e di poetica, che ora invalgono nelle scuole, altro non sono che un transunto, ora troppo secco ora troppo diffuso, della dottrina