Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/258

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d’Aristotile, di Cicerone e di Quintiliano, e simili. Questa dottrina, a dire il vero, è ottima, considerata nelle sue parti; ma, se si considera nel suo tutto, riesce slegata, intralciata e bene spesso troppo astratta e sottile, massimamente se si voglia aver riguardo alla capacitá de’ giovanetti, per uso de’ quali si compongono i libri elementari. Gli antichi autori greci e latini scrissero i loro libri d’oratoria o rettorica, non giá per educazione di tutta la gioventú, ma spezialmente per quella classe di uomini, che per istituto volesse riarsi all’impiego allora pubblico e caratterizzato dell’oratore. Una gran parte della loro dottrina pertanto, e massimamente quella delle prove e dell’argomentazione, che suppongono sviluppamelo ed abitudine notabile della facoltá del ragionare e cognizione sufficiente degli affari e delle relazioni clic passano fra gli uomini, non è proporzionata che alla capacitá delle persone piú adulte. Lo stesso si dica della dottrina degli affetti, la quale suppone, in chi opera, sviluppamento sentito delle passioni c cognizione degli uomini in generale e in particolare. Gli stessi antichi autori, dai quaii è tratta la dottrina e in gran parte il metodo de’ presenti libri elementari, hanno, comunemente parlando, due qualitá svantaggiose alla presente generale e prima educazione. L’una si è che hanno molto divisa e suddivisa e sottilizzata la loro materia; il che rende arida, difficile e noiosa per fa prima etá fa loro istituzione : l’altra si è clic, non aven lo ben generalizzate le loro idee, non le hanno poi richiamate a pochi e fecondi principi, onde chia ramante e per la piú retta via dedurre la loro dottrina ; il che rende indeterminato, multiplice e lungo il cammino della istituzione me icsima. Aggiungasi che, avendo questi autori scritto i loro precetti per le persone adulte e giá dotate di cognizioni, si sono serviti del linguaggio adottato nelle loro facoltá, ed hanno adoperato comunemente qua’ termini che non avean bisogno di definizione per discepoli giá di molto avvanzati nelle filosofie e negli stilili allora piú ampi de’ grammatici e degli umanisti; ai quali termini converrebbe nel presente caso