Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/284

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La Gazzetta usciva una volta alla settimana, il mercoledí’, e il Parini doveva prepararne il testo, traducendo o riducendo, in forma di corrispondenze dalle principali cittá d’Italia e dell’estero, le notizie derivate da altre gazzette o da lettere comunicategli dal Firmian, c aggiungendo in fine una breve cronaca di Milano. Era, come si vede, un incarico modesto assai; e, poiché 10 stampatore Giuseppe Richino Malatesta, che aveva il privilegio della pubblicazione, pagava assai male il redattore (0, è naturale che questi non vedesse l’ora di liberarsi dal poco gradito ufficio. E se ne liberò infatti non appena gli fu possibile, cioè alla fine di quello stesso anno 1769, quando venne chiamato ad assumere la cattedra di belle lettere nelle scuole palatine. Data la natura della Gazzetta di Milano , che, come si desume da quanto ho detto, non era altro se non una raccolta di notizie di seconda mano, riferite per lo piú assai compendiosamente, ben si capisce come non varrebbe proprio la pena di riprodurre per intero il testo dei 52 numeri del 1769, ai quali il Parini lavorò, perché ben poco ci possiam trovare di suo, e quel poco non abbiam quasi mai modo di sceverare tra 11 molto che è senza dubbio semplice traduzione o riduzione di roba altrui. Ma, in una raccolta delle opere di lui, che vorrebbe esser completa, non parrá tuttavia inopportuno dare una rapida scorsa al vecchio periodico, riferendone, o accennandone almeno, quelle pagine che ci rivelano, o sembrano rivelarci, l’indole e i gusti personali del redattore, o nelle quali, se non altro, si toccano argomenti ch’egli svolse piú largamente in altri suoi scritti. Perciò appunto, ad esempio, fermeranno la nostra attenzione i frequenti accenni alla diffusione sempre crescente della inoculazione del vainolo (numeri xi, xii, xv, xxn), o le lodi ai nuovi metodi usati a Parigi per la vuotatura dei pozzi neri ( 1 ) Si veda la citata lettera XIII, nella quale il Parini parla di «miserabile premio».