Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/286

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Je’padri di famiglia, de’ parrochi, ecc., onde salvare alcuna delle tante persone che ogni anno periscono nelle nostre acque? Non faremo mai questo torto alla zelante facoltá medica del nostro paese, e speriamo anzi di veder ben presto adempiuti i nostri voti. E, in genere, il gazzettiere non risparmia le lodi ogni volta che gli accade di accennare alle idee filantropiche, o alle riforme tanto care al suo tempo, o ai principi che le attuavano. «I principi — dice una volta (numero xxi del 24 maggio), a proposito dell’ordine emanato a Copenaghen di radunare in ospizi tutti i mendicanti — sentono che sono essi i padri e i pastori de’ loro popoli, essi i direttori e rettificatori della caritá particolare, a seconda della caritá pubblica». E altrove (numero xxix del 19 luglio): «La pace, i libri, l’educa.zioue, gli esempi, il proprio interesse medesimo promuovono ogni giorno piú le buone intenzioni de’sovrani dell’Europa a procurar la felicitá e la tranquillitá de’sudditi». E nel numero xxvm (12 luglio), dopo aver riferito le cortesie scambiatesi tra i sovrani di Svezia e l’assemblea degli Stati, aggiunge: Ninna cosa cagiona maggior tenerezza negli animi gentili ed amanti del pubblico bene quanto l’armonia e la corrisponden/a degli affetti fra i sudditi e il loro sovrano, manifesta nelle operazioni e nelle parole. Sembra che si ritorni alle naturali origini della societá, quando, fra le beate famiglie di que’ gloriosi patriarchi, non si poteva disgiungere l’idea di re da quella di padre, né l’idea di suddito da quella di figlio; quando la felicitá del capo era quella de’ membri, e quando la felicitá de’ membri era quella del cupo. E se possiam credere che siano dettate da semplice dovere di suddito fedele le lodi alla «sacra cesarea Maestá di Giuseppe Il», che era allora in viaggio per la Lombardia (si veda p. e. il numero xxix del 19 luglio), spontanee invece sono certamente quelle ch’egli rivolse al nuovo pontefice Clemente XIV, soprattutto in quella supposta corrispondenza da Roma, con la da la 2 agosto, delia quale lu tante volte citata la parte in cui