Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/293

Da Wikisource.

Piú avanti, nel n. ív (25 gennaio), a proposito de\V Acrarnpamento degli zingari, un «nuovo elegantissimo ballo d’invenzione del signor Galeotti», che si dava al teatro ducale di Milano, il Parini esprime le sue idee intorno ai balli teatrali. Il nuovo, il patetico, Punita dell’azione, la convenienza degli episodi, il costume, i caratteri, danno a questo ballo tutti i pregi d’una bella poesia. La musica, che, congiunta col gesto, forma il linguaggio di questa specie di dramma, lo rileva mirabilmente. I direttori del teatro non hanno risparmiato veruna spesa, massimamente per la decenza degli abiti, e il compositore del ballo vi ha raggiunto il carattere, l’eleganza e la leggiadria. Meritava bene questo grazioso spettacolo che la pittura facesse tutti gli sforzi per ornarlo de’ suoi incanti; e difatti il conosciuto pennello de’ signori Galeari ha coronato l’opera con eccellenti scene. Questo divertimento, diretto, si può dire, dallo stesso buon gusto in persona, è stato ricevuto con entusiasmo dalla corte, dalla nobiltá e dal popolo medesimo, che risente sempre le impressioni del vero e del bello, qualora ha la fortuna di vederselo presentare. Le fredde cifre de - corpi umani, tessute sul teatro da’ mediocri compositori del ballo, e il barbaro sgambettamento di questi corpi, cadranno finalmente in quella oscuritá donde sono usciti, a fronte di queste nobili invenzioni, le quali non ci dilettano i sensi per altro che per moverci l’animo piú graziosamente. Invece, nel n. xxi (24 maggio), descritta la gherminella con la quale a Londra il Wilkes, allora in gran favore presso il popolo, uscito momentaneamente di prigione per andare al tribunale, era riuscito a sottrarsi a una folla di suoi troppo scalmanati ammiratori, il gazzettiere osserva: Il fratto è da commedia; ma nella storia nostra si veggono molti esempi, dove il tragico è stato tanto piú orribile perla mescolanza del comico, alla maniera delle tragedie di Schakespeare. Senonché, l’accenno al grande poeta inglese probabilmente il Parini l’avrá derivato dalla gazzetta che gli serviva di fonte. È probabile invece che sia farina del suo sacco un accenno al Beccarla, che troviamo piú avanti, nello stesso numero, in una