Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/294

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supposta corrispondenza da Parigi, nella quale, a proposito di certe riforme al codice criminale che si stavano preparando in Francia, leggiamo: Un celebre autor milanese ha il merito d’aver risvegliata l’attenzione di tutta 1’ Europa su questa importante materia de’ delitti e delle pene (0. Nel n. xxxiv (23 agosto) una lettera da Parigi, del 31 luglio, dá notizia del Rousseau. Il famoso Gian Iacopo Rousseau che, dopo il suo ritorno d’Inghilterra, andava vagando perle montagne del Delfinato, condotto dalla passione ch’egli ha d’osservare l’erbe, onde arricchir poi delle sue scoperte la botanica, s’è avvicinato ultimamente al Nivernese, non molto distante da Pouges, dove il principe di Conti va lutti gli anni a prendere le acque. Siccome questi ebbe sempre molta considerazione per quel filosofo, cosi, saputa la vicinanza di esso, ne ha cercato conto e lo ha veduto piú volte. E finalmente, nel n. xlvu (22 novembre) in una corrispondenza datata «Londra, 31 ottobre», troviamo notizia del processo contro il Baretti: Il signor Giuseppe Baretti, torinese, segretario per le corrispondenze straniere in questa accademia delle belle arti, e giá famoso autore in Italia della frusta letteraria , ha corso, i giorni passati, un grave pericolo. Pigli, il giorno 7 di questo mese, essendola notte avanzata, s’incamminava verso casa, quando da una donna di mondo gli fu fatto uno scherzo che a lui dispiacque. Egli le diede una spinta, e lasciò andare cosi al buio uno schiaffo, col quale colpi una donna compagna della predetta; e questa, datasi a gridare, fece accorrere alcuni della plebe, i quali maltrattarono il Baretti con parole e con fatti. Veggendo questi il caso disperato, messe mano ad un trinciante che egli aveva in tasca e menò piú colpi addosso agli aggressori, alcuni de’ quali rimasero feriti, ed uno mortalmente. Liberatosi cosi il signor (s) Del Beccarla si parla anche nel n. li (il gennaio) a proposito della sua nomina a professore di scienze camerali nelle scuole palatine, e se ne esalta la «fama».