Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/305

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tre manoscritti appare che il Reina soppresse il principio e la fine dello scritto del Parini, riducendo cosi ad una serie di riflessioni sulle arti quello che, nella intenzione dell’autore, doveva essere, ed era, una relazione al governo sulle incombenze del segretario d’un’accademia di belle arti, e cioè uno scritto che avrebbe dovuto andare coi due contenuti nella vi parte del volume. Deve essere lo stesso scritto a cui il Parini allude nella lettera xin (p. 172 di questo volume), dicendo d’averlo composto «otto o nove anni fa», e cioè verso il 1767 o 1768. Ecco infatti il principio dello scritto pariniano, come appare nella redazione definitiva: Prima di stabilire quali debbano essere le incumbenze d’un segretario in un’accademia da destinarsi allo avanzamento delle belle arti, sarebbe opportuno di conoscere il piano sul quale s’intendesse d’ordinare una tale accademia, acciocché, riferendo alle altre parti quella che concerne il segretario, meglio si contribuisse all’unitá ed alla perfezione del sistema. Tuttavolta può esser utile il proporre alcune avvertenze intorno a questo ufizio del segretario anche indipendentemente dal piano conosciuto della supposta accademia, qualora si abbiano di mira le idee generali che concorrer debbono al perfetto stabilimento d’un corpo di simile natura. Queste sono relative alle arti in genere e alle belle arti spezialmente. Il risultato delle dette idee si è di fissare quali fra le arti vadano di lor natura enumerate fra le belle; quali naturalmente abbisognino d’essere incoraggiate per la via dell’emulazione, della distinzione e dell’onore ; a quali d’esse sia applicabile il sussidio d’un’accademia; e conseguentemente qual estensione prenda la carica del direttore e seco quella del segretario, considerato come influente, per natura del suo ufizio, sopra piú o meno individui dello stesso genere. Segue poi, letteralmente, il testo pubblicato dal Reina, al quale però tien dietro la chiusa seguente: Ma queste idee, accoppiate con altre di gran lunga piú dilicate ed importanti, si sono di giá presentate alla provvida mente di Sua Maestá, in occasione di tanti nuovi utilissimi stabilimenti spettanti alle arti, e massimamente nella creazione del supremo Consiglio d’economia, corpo che, se altrove sarebbe utile, è poi assolutamente necessario nel nostro Stato, e dal quale conviene sperare grandissimi e durevoli vantaggi, non tanto per la natura di esso, quanto per l’abilitá e lo zelo de’ membri che ora lo compongono, e per la vastitá della mente e del cuore del ministro, che ne autorizza le operazioni.