Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/306

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Quanto ai Pensieri, il caso è un po’ diverso. Per sette di essi infatti il Reina si attenne fedelmente agli autografi : se ne staccò invece per due, il quarto e l’ottavo. Nel quarto pensiero, dopo il primo capoverso del testo dato dal Reina, si leggono nell’autografo le seguenti parole: Voi avete ora terminata quella serie d’annuali azioni o passioni, che volgarmente chiamasi «il corso degli studi», e siete giunto a quel termine in cui la gioventú ha veramente abilitá e comodo ed occasione d’istruirsi o colla conversazione degli uomini savi o colla lettura de’ libri. Voi siete naturalmente inclinato allo studio, e la vostra condizione e i vostri agi ri chiesero e vi persuadono ad applicarvici. Siccome però nou c’è nulla.... E continua poi col secondo capoverso del testo del Reina, senz’altre varianti, fino alla fine. E dal passo omesso si comprende che questo pensiero è, in effetti, parte d’un discorso, col quale il Parini chiudeva un suo corso di lezioni. E nel pensiero ottavo, dopo le parole stampate dal Reina, l’autografo continua cosi: Come la felicitá di lui non può esser perfetta su questa terra, cosi cerca almeno di conseguirne il maggior grado possibile. Cerca egli pertanto di avere la maggior quantitá di sensazioni piacevoli, che può. Ma egli desidera di avere il maggior grado possibile di felicitá in ogni momento della sua vita: desidera egli adunque d’avere in ogni momento la maggior quantitá di sensazioni piacevoli che si può. Vuole adunque nello stesso momento aver molte sensazioni piacevoli : vuole adunque averne molte contemporaneamente. Ma_ E qui il manoscritto resta interrotto. Volume 11. VIII. Novella. — Fu data in luce per la prima volta dal Reina iv, 223-34) di su un manoscritto ambrosiano, probabilmente ma. secondo me, non sicuramente autografo (v, 2). Fu da me diligentemente collazionata sulForiginale. È certo opera giovanile (Si veda Reina, I, xuii). IX. Lettere del cottle N. N. ad ima falsa divota, tradotte dal francese. — Il manoscritto autografo ètra le carte ambrosiane (V, 15), donde le trasse, per la prima volta, il Reina (iv, 207-219), il