Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti.pdf/163

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Le pensioni gratuite esistono arche attualmente sia per ia Accademia, sia pel collegio di Racconigi; duole però di dover dire ch’esse finora non furono assegnate con quei principi! di equità e di convenienza che ài addicono a siffatte istituzioni, ma formavano oggetto di speciali favori. Ed invero, Io scopo di cotaii sovvenzioni per parte dello Stato non può essere altro che aiutare le classi meno agiate e più bisognose di cittadini, non già ricompensare i servizi degli antenati ; perciò non poteva essere veduto di buon occhio lo spreco che si faceva fin qui delle pensioni gratuite, le quali si concedevano o a impiegati.di Corte o a militari molto ricchi o ad impiegati che dà àliti dicasteri potevano ricevere ricompense, e perfino a famiglie che non prestano e non ; prestarono mai alcun servizio allo Stato. Perciò la Commissione, secondando le viste degli uffizi, adottò la massima che si mantengano le pensioni gratuite, aumentandone alcun poco il numero, ma che siano riservate esclusivamente pei figli dei militari di ristretta fortuna, o per indennizzare orfani di militari, o per ricompensare l’assiduita degli allievi negli studi degl’istituti stessi, e cbe se ne debbano assolutamente escludere i non militari i quali possono trovare simile compenso negii istituti civili. Si esaminò in questa circostanza se non sarebbe eonve niente di procurare che la pensione che dovranno corrispondere gli allievi fosse più limitata di quel che è oggidì, affine anche di poter assegnare uh maggior numero di pensioni gratuite. A tale oggetto ia Commissione fece delle indagini presso aitri stabilimenti di educazione, istituì calcoli e confronti, e venne a riconoscere che era possibile, come si dimostrerà altrove, il ridurla senza inconvenienti pel servizio, e così rendere accessibili gl’istituti militari alle mediocri fortune. Nel fare quest’esame si ventilò pure un’altra questione, se cioè lo stipendio dei professori che insegneranno nelle scuole militari debba essere a carico degli allievi, come lo è al presente, ovvero se debba porsi a carico dello Stato, giacché la soluzione di essa influir doveva nel determinare l’ammontare della pensione. La Commissione non esitò ad abbracciare il secondo partito, e lo fece specialmente per la considerazione che, essendo dal Governo stipendiato tutto il personale insegnante noti solo degl’istituti civili e delie pubbliche scuole, ma anche quello della scuola di marina, non vi era ragione perchè nella sola Accademia militare si dovesse sopperire a tale spesa colle pensioni degii allievi ; l’abbracciò poi anche più risolutamente, perchè, secondo i suoi calcoli, come si vedrà, questa variazione non sarà per cagionare al bilancio deila guerra una spesa maggiore di quella che ora s’inscrivc per gl’istituti militari in complesso. La parte risguardante gli studi non doveva essere trasandata in un riordinamento d’istituti d'istruzione ; dolse perciò che nel progetto del Ministero non se ne facesse cenno, e solo nei documenti che ci furono comunicati si trovassero menzionali gii studi in un regolamento interno cbe si propone di far approvare con decreto reale. Che gli studi militari abbiano bisogno di riforma non è da dubitarne, e non solo è tale l’opinione comune del paese, ma lo troviamo anche ampiamente espresso nelle seguenti parole della relazione della Commissione ministeriale, i usti tu ita nel 1850. Essa dice: « Niuno poter negare che non siasi reso indispensabile un « ordinamento che collochi la militare istruzione a quel « grado che i voti del paese, i bisogni dei tempi e dell’eser« cito reclamano; ie condizioni d'ammissione doversi aìlar« gare in modo da estenderla il più che è possibile alle più a distinte capacità si al maggior numero di fortune; doversi «rilevare gli studi militari dall’attuale loro abbattimento ; « q,veste cose non abbisognare di prove perché sono da tutti « consentite. * La vostra Commissione non poteva avere una opinione diversa, ma ritenne pure che, volendo che la riforma avesse effetto realmente, non si poteva ottenere in altro modo che prescrivendola per legge. Il mandalo d’altronde di dichiarare esplicitamente le materie da insegnarsi fu dato da vari uffizi ai rispettivi commissari, e non fuor di proposito, poiché l’esperienza ci ha mostrato molta proclività alle variazioni. I programmi degli studi può ammettersi che siano indicati in un regolamento, perchè possono essere soggetti a variare, lo stesso però non può dirsi delle materie sulle quali l’istruzione deve aggirarsi; e diffalti vediamoebein tal guisa procedette lo stesso Governo uè! progetto di legge presentato pel riordinamento generale deU’istruzione pubblica. Ma se i programmi possono talvolta andar soggetti a variazione, non conviene neppure di lasciare una tale facoltà all’arbitrio totale dei professori i quali possono facilmente essere surrogali da altri che abbiano diverse opinioni. Per siffatta ragione non potendosi sottrarre a una direzione superiore tutto ciò che riguarda il sistema generale di un insegnamento, e che ha bisogno d’essere coordinato nelle sue parti, si fa manifesta la necessità di avere nn Consiglio superiore d’istruzione militare. Il Ministero non ne fece cenno nel progetto di legge nel quale attribuisce al suo dicastero in modo assoluto la suprema direzione di questo ramo di pubblico servizio, solo ci comunicò un progetto particolare per la sua istituzione senza che appaia se intende faria per legge, o inserirla nel regolamento interno già citato. Le Commissioni de! 1849 e 1850, e altre persone del Ministero, consultate, convennero tutte che un Consiglio superiore dovesse esistere, benché vi sia stata disparità di opinioni nel modo di comporlo. La vostra Commissione ponderò ogni cosa, e venne nella determinazione che il Consiglio superiore dovesse crearsi per legge, la quale ne determini e la composizione e le attribuzioni, ma voile in pari tempo che tali attribuzioni siano reali ed efficaci, non già che il Consiglio abbia ad essere un corpo meramente consultivo. Si stette alquanto in dubbio se i! Consiglio superiore da crearsi dovesse estendere le sue attribuzioni a tutta l’istruzione ed educazione militare s:.\ di terra che di mare, e ciò perchè alcuni istituti non andando soggetti a riforma in forza di questa legge, ma essendo retti da leggi speciali cui per ora non si tocca, sembrava a taluni che si dovessero limitare agli istituti riformati; però la maggioranza opinò che l’ispezione di un Consiglio superiore si possa applicare in genere, comunque gl’istituti siano retti, che anzi essa debba servire di mezzo per introdurre anche negii aitri quelle riforme che sono riconosciute necessarie, e per applicare a lutti gli stessi principii e l’uniformità che devono condurre ad un medesimo fine. Stabilite le massime che precedono, la Commissione dovette convincersi che il progetto del Ministero non corrispondeva allo scopo, nè introduceva vere riforme nel sistema attualmente vigente, e die non poteva limitarsi a modificarne soltanto le disposizioni, come era l’avviso della minoranza, bensì doversi assolutamente riformare il progetto stesso per accomodarlo al voto della maggioranza degii uffizi Pose però ogni silo studio a conservare quelle disposizioni del progetto ministeriale che non erano in opposizione colle massime adottate, introducendo modificazioni laddove fossero sufficienti per conformarle alle medesime, e si studiò di secondare in quanto era possibile le viste delie Commissioni del 1849 e 1850.