Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/325

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misura dal Governo adottata, ed è per l’appunto la sanzione legislativa della medesima che ora egli chiede al Parlamento. Propone inoltre di convertire la riduzione per ora provvisoria del dazio sui cereali in definitiva ; e nello stesso tempo esso vi propone l’abolizione totale dei diritti differenziali e delle tasse di ostellaggio per la riesportazione; infine la proibi- zione ai comuni dello Stato di percevere qualsiasi dazio di consumo sugli stessi generi.

Tali sono le principali disposizioni che racchiude il pro- getto di legge sopra di cui la Camera è chiamata a deliberare,

I suoi uffizi accettano all’unanimitá il presente progetto di legge; però il Il, IV, V, VI, VII senza condizioni, mentre il 1 e IHl si mostrano particolarmente preoccupati della diminu- zione di redditi per la finanza, e raccomandano alla Commis- sione di trovare modo e mezzi per rimarginaria.

Tutti gli uffici poi lamentano la sorte dei comuni che in virtú dell’articolo 7 di questa legge, essendo spogliati del red- dito ragguardevole che molti ora ricavano col dazio d’entrata sui cereali, si troveranno imbarazzali a sopperirvi, mentre d’altronde le spese locali non permettono una diminuzione dell’atliro.

Esposta in tal modo l’opinione dei rispettivi uffizi, la Com» missione entrò nella discussione della legge, ed essendo stato senza difficoltá ed unanimemente accettato il principio della riduzione delle tasse sui cereali, si passò subito alla discus- sione degli articoli.

Il primo che approva i due decreti reali del 6 e 27 otfobre 1853 fu ammesso senza alcun ostacolo, riconoscendo la Com- missione che ottimamente operò il potere esecutivo colla emanazione di tali provvedimenti.

Però nacque dissenso sul punto di rendere stabili e defini- tive queste disposizioni di leggi, oppure di conservare loro ancora un carattere provvisorio ; non che varie furono le opi- nioni sul grado di riduzione da farsi a questi dazi.

I commissari del terzo e sesto uffizio sostenevano la prov- visorietá del dazio attuale od anche di un dazio minore per un tempo determinato, ma alla condizione di elevare quello del frumento almeno ad una lira per ettolitro, appena cessate che fossero le attuali strettezze, e cosí proporzionatamente per gli altri cereali.

La ragione precipua addotta a sostegno di questa proposta consiste nella convenienza che potrebbe chiamarsi ancora meglio necessitá, di non ridurre maggiormente il giá troppo scarso introito doganale, il quale colla progettata diminuzione del dazio sui cereali soffrirebbe ua esaurimento di due mi- lioni circa. Li

Rispondevasi dagli altri commissari che lo stato provvi- sorio era praticamente conosciuto di poca 0 nessuna utilitá nelle riforme daziarie, siccome fu all’evidenza provato dalla esperienza fattane in Inghilterra, Olanda e Belgio; il ragio- namento 0 la teoria condurre pure allo stesso convincimento: ed in veritá perchè la speculazione si risolva a volgere i suoi capitali sopra di un’industria ovvero di un dato ramo di com- mercio, occorre che questi abbiano sufficienti condizioni di stabilitá, e far esse che le spese non siano soggette a varia- zioni frequenti ; l’armatore che parte dal mar Nero, dal Bal- tico o dall’America con un carico di frumento, non deve te- mere di giungere nel porto di Genova o di Nizza alcune ore dopo che sia cessata la tariffa provvisoria del dazio, ritardo che lo esporrebbe ad una spesa assai maggiore.

Aggiungasi che il commercio di importazione è vantaggioso tanto al consumatore quanto al commerciante particolarmente quando si lega con quello di esportazione: ad esempio, quando la nave che scioglie Ie vele per Odessa 0 per Galatz a fine di

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fornirsi di grani, non parte in zavorra, bensí con un carico di merci da smaltire in quei paraggi. Ma onde possa Îl com- merciante fare tale cambio, deve stabilire delle relazioni ir quelle regioni, ossia sapere come e dove esiterá la sua merce.

Tali condizioni non si ottengono se non quando vi esiste una tal quale regolaritá e stabilitá negli scambi ; instabilitá delle tariffe reca ad essi una sensibile perturbazione, perchè quel mercato che oggi sotto il regime di un tenue dazio smai- tisce con sufficiente lucro 100,000 ettolitri di derrate, dopo la ripristinazione di un dazio doppio o triplo non ne esiterá che 50,000 e meno.

Se pertanto vuolsi che lPabbassamento del dazio sui ce- reali sia proficuo ai consumatori, dev’essere dichiarato defi- nitivo.

Solo quando questa condizione esista, il commercio dei grani diventerá una industria stabile, e sfuggirá dalle mani di pochi speculatori acquistando maggiore estensione ed im - portanza; minori diverranno le spese di nolo, perchè ripar- tite tra il commercio di esportazione e di importazione; piú regolare si renderá l’approvigionamento dei cereali, e pro- porzionato ai bisogni.

Tale ragionamento valse a scartare l’idea di conservare provvisoriamente la riduzione del dazio, per quanto la qui- stione era considerata economicamente ; ma dai due commis- sari opponenti si insisteva pur sempre sulla angustia delle fi- nanze, le quali soffrirebbero per lungo tempo una perdita annuale di circa due milioni da quella riduzione.

Nessuno può dissimularsi la gravitá di questo obbietto, ma posto di fronte alle altre considerazioni che consigliano non solo, ma impongono l’obbligo di ricorrere ad ogni legittimo e ragionevole mezzo per fornire il paese della derrata piú ne- cessaria alla esistenza ed impedirne l’eccessivo incarimento, perde molto della sua importanza. Quindi se questo risultato non si può efficacemente ottenere se non mediante un sensi- bile e permanente ribasso dei dazi, Ja ragione politica, eco- nomica ed umanitaria deve prevalere sopra l’interesse finan- ziario : d’altronde la perdita che si suppone a danno dello erario pubblico di due milioni di lire in conseguenza di questa riduzione, pare alcun che esagerata, poichè uno degli effetti della diminuzione al diritto d’entrata sará di accrescere la massa dei cereali introdotti, cosicchè si avrá in questo au- mento um qualche compenso. i

La quantitá di frumento consumato, secondo i pochi dati statistici che si possedono, nelle provincie di terraferma giun- gerebbe appena a cinque milioni e mezzo di ettolitri, i quali ripartiti sulla intiera popolazione danno un medio per indi- viduo di un ettelitro e 22 litri; dose assai scarsa se si para- gona con il consumo che se ne fa dai popoli piú agiati di Europa.

La consumazione del solo frumento in Inghilterra si cal-

cola 2 & ettol. 2 90 In Francia a...» 1 66 In Belgio a .....-. Pe” >» 4150

Questo confronto prova che i due ferzi circa dei cereali consumati dalle nostre popolazioni sarebbero di specie infe- riori, le quali potrebbero essere surrogate in parte dal fru- mento, qualora il prezzo di quest’ultimo si mantenesse normal- mente piú basso, nel qual caso la consumazione interna del frumento potrebbe salire facilmente a 10 milioni di ettolitri.

Questi riflessi inducevano il commissario del quinto uffizio a proporre una riduzione di dazi della metá inferiore a quella acconsentita dal decreto 6 ottobre, cioè per il frumento il dazio stabile di 25 centesimi per ettelitro e proporzionalmente per gli altri generi contemplati in quel decreto.