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dello Stato. Invitandovi ora a cancellare quella condizione dai capitolato è lieta di potervi affermare che trovò alla cancellazione consenziente il Mipistero siccome viè consenziente e grata la società.

In massima generale poi la Commissione espone un voto che crede essere nel cuore e nell’interesse di tutti. Ed è che, ogniqualvolta il Governo è chiamato a dare il suo consenso ad imprese, come questa, aventi per scopo il bene generale e privato e che sono promosse da capitali serii ed indipendenti, esso voglia astenersi da ogni lusso di prescrizioni. Tutte quelle condizioni le quali non hanno per scopo di tutelare la pubblica sicurezza, non fanno altro che inceppare l’industria privata la quale ha bisogno e diritto di libertà onde svolgersi con quella pienezza che è voluta dai tempi, e che è consentita in quei paesi dove le dottrine di libero scambio hanno portati frutti maturi. Qui è il caso di dire che tutto ciò che non è necessario è dannoso.

In conclusione, mentre la vostra Commissione si rallegra di vedere lo spirito di associazione rivolgere le sue forze ad imprese le quali aumentano la nazionale ricchezza e fanno piú facili e quindi piú fruttuosi i contatti di operose e generose popolazioni, vi propone con voto unanime l’approvazione del presente progetto di legge invitandovi solo a modificare, pei motivi sovra espressi, l’articolo 50 del capitolato e ad introdurre una lieve variante nell’articoto 5 della legge con cui viene tolto un equivoco di redazione.

PROGETTO DI LEGGE.

Art. 1 e 2. Identici al progetto del Ministero.

Art. 3, Le proviacie di Casale e Vercelli sono fin d’ora autorizzate a contrarre i prestiti di cai potranno abbisognare a far fronte al pagamento delle cinquecento azioni che già hanno ciascuna di esse sottoscritto, ed a vincolare i loro bilanci in avvenire pel servizio dei relativi interessi, e pella restituzione. del capitale, eccedendo, ove d’uopo, il limite normale della loro imposta speciale.

Art. 4. Identico al progetto del Ministero.

Variazione al Capitolato.

Allarticolo 30, pagina 21, 2° alinea, sostituire il sequentie:

La società può ribassare la sua tariffa, non potrà però alzarla senza l’assenso del Governo.


Relazione del ministro dei lavori pubblici (Paleocapa) 23 gennaio 1854, con cui presenta al Senato dl progetto di legge approvato dalla Camera nella tornata del 20 stesso mese.


Signori! — Ho l’onore di rassegnare alle deliberazioni del Senato il progetto di legge pella concessione della strada ferrata da Vercelli per Casale a Valenza stato dalla Camera dei deputati adottato nella sua seduta del 20 gennaio corrente.

La sola modificazione fatta a tale progetto, quale venne dal Ministero presentato, consiste nell’avere autorizzato coll’articolo 30 del capitolato di concessione la società a ribassare la sua tariffa senza l’assenso del Governo; favore questo a cui il Ministero ba creduto di aderire, persuaso che il bene inteso interesse della società, di tenere giuste e moderate

tariffe, sarà il miglior argine alla temuta concorrenza colla ferrovia dello Stato.

Quanto alle considerazioni di generale vantaggio che determinarono la pressochè unanime adozione della concessione in discorso per parte della Camera elettiva, io non ho che a riferirmi a quanto esposi nel qui annesso rapporto col quale ebbi l’onore di presentarle il relativo progetto di legge.

(IL progetto di legge e il capitolato identici a quelli presentati alla Camera colla variante all’articolo 50 del capi tolato, proposta dalla Commissione.)


Relazione fatta al Senato il 18 marzo 1854 dall’ufficio centrale, composto dei senatori Ambrosetti, Di Colobiano, Franzini, Plezza e Cagnone, relatore.

Signori! — Fino da quando colle regie patenti del 18 luglio 1844 e del 43 febbraio 1843 si stabiliva che il sistema delle strade ferrate negli Stati di terraferma da intraprendersi per cura del Governo, ed a spese delle finanze avrebbe avuto luogo celia costruzione simultanea di una strada da Genova a Torino per Alessandria e la valle del Tanaro; con diramazione verso la Lomellina, donde a Novara ed al lago Maggiore; si prevedeva che fra le linee secondarie da lasciarsi all’industria privata, dopo intrapresa quella che congiungesse Torino con Novara per Vercelli, un’aîtra fra le piú importanti, quella sarebbe stata che mirerebbe a riunire le linee della Lomellina e di Novara tra Vercelli e Valenza per Casale. Cosí, colla stessa previsione, nel capitolato della concessione della linea da Torino a Novara per Vercelli, sancito colla legge dell’11 luglio 1852, si è prescritto che la società della medesima linea sarebbe obbligata di concedere l’accesso alla sua stazione di Vercelli a quell’altra società che, regolarmente costituita, avrebbe ottenuto per legge la concessione di una strada ferrata da Valenza per Casale alla stessa città di Vercelli.

Tale società si è realmente costituita con atto del 22 marzo 4853, ed, approvata con decreto reale del 28 stesso mese, chiede ora la concessione della indicata linea di ferrovia, oggetto del progetta di legge presentatovi dal ministro dei lavori pubblici nella tornata del 23 gennaio ultimo scorso, adottato già dall’altra Camera nella seduta del 20 stesso mese.

Che questa strada ferrata sia eminentemente utile e vantaggiosa per lo Stato si comprende a prima giunta, se si considera che tende a mettere in piú stretti rapporti tra loro provincie ricchissime e dedite all’industria ed al commercio, e per mezzo dei suoi capi estremi a ravvicinare le altre provincie tutte del regno, giacenti al di qua delle Alpi; inoltre, che per essa collegandosi, per cosí dire, insieme le due fortezze di Casale e di Alessandria, si porge maggior forza ad amendue, e si perfeziona il sistema di difesa militare del paese verso la frontiera orientale.

Sotto quest’aspetto, il vostro ufficio centrale si era fatto il dubbio se, costrutta la ferrovia tra Casale e Valenza, sull’argine formato dall’amministrazione delle strade ferrate nella adiacenza di Ticinetto, Pomaro e Lazzarone, tra la Grana ed il Po, menzionato nell’articolo 7 del capitolato, non si tro» vasse per avventura esposta ai danni delle artiglierie nemi. che, quando venissero collocate sulla sponda sinistra del Po.

Senonchè, a rassicurario da questo timore, bastarono le dichiarazioni del ministro dei lavori pubblici, portanti che la strada, della cui concessione si tratta, attraversato il fiume a