Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti II.pdf/126

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presentava ali’ azienda delle strade ferrale una sottomissione che aveva ottennta dal signor Piatti appaltatore alla galleria dei Giovi, colla quale dichiarava che avrebbe assunta l’ese- cuzione dei lavori progettati dal signor Nicolay, e si obbli- gava di compierli nel termine stesso che gli era stato asse- gnalo pel compimento della sua impresa, setto condizione però che gli fosse data faceltá d’intraprenderli dentro il mese di maggio.

Venute le cose a questo punto l’azienda delle strade fer- rate, che conosceva i notevoli vantaggi che si sarebbe potuto trarre dall’attuazione dei divisati lavori, opinava che scan- sato ogni pericolo di ritardo colla dichiarazione del Piatti, si potesse aderire alla domanda del signor Nicolay, purchè questi secondo le condizioni in essa domanda formolate, so- stenesse ogni spesa a carico suo; non esigesse alcuna misura guarentita d’acqua, ne conducesse gratuitamente l’uso al- Vamministrazione; ienesse indenne il Governo contro ogni pretesa dei terzi, è ne pagasse finalmente un canone alle regie finanze.

Ed invero in questa guisa l’amministrazione senza arri- schiare spesa alcuna faceva sperimento del sistema piú sem- plice, e piú innocuo al regime della Scrivia, onde procurarsi una condotta d’acqua pelle macchine idrauliche, se di queste avesse avuto bisogno, restandole pur sempre in caso diverso l’uso gratuito dell’acqua pelle stazioni, compresa quella di Genova, affare questo di non poco rilievo, e si riservava elire a ciò anche il profitto di un canone annuo. Che se pure Pacqua d’infiltrazione cttenuta coi primi lavori non fosse stata in copia sufficiente per l’animazione delle macchine di cui si riconoscesse il bisogno, i lavori medesimi preparavano il modo d’accrescerne la quantitá colla maggior economia, poichè, essendo pronte le gallerie di cisterna ed il sistema d’intubazione, avrebbe bastato aggiungervi quelle ulteriori opere, che per raccogliere piú copiose acque era pure inle- resse del concessionario di eseguire, onde non lasciare in- completo lo scopo ed insufficiente il profitto di tante spese. Né in alcun caso l’amministrazione poteva temere d’ essere esposta a sacrifizi impreveduîi, perchè quando pure a mal- grado delle contrarie apparenze e delle circostanze speciali

di sito, di modo, e di misura dell’acqua raccolta, che fanno.

credere non s’abbia nei tronchi inferiori della Scrivia nem- meno ad accorgersi d’alcuna variazione indotia dalla fatta concessione, quando dicesi a malgrado di tutto ciò vi fossero stati a compensare danni recati ai lerzi, Pamministrazione ne veniva sollevata dal concessionario.

li Ministero ha stimato conveniente dilungarsi alquanto nell’esposizione del procedimento di questo affare per met- tere la Camera in grado di giudicare qual fondamento s’ab- biano le querele di coloro che pretendevano dovere essere preferiti nella contrastata impresa, asserendo essere stati i primi a chiederla. Le cose esposte fin qui nrovano in primo luogo che se pur questo fifolo avesse qualche valore, non sa-

-rebbe tultavia ad essi che avrebbesi dovuto concedere la contesa condotta d’acqua, ma sibhene al signor Nicolay; e ciò tanto piú che il signor Corte il quale, come si è dianzi

- chiaramente stabilito, fu il primo che per gli importanti fini da fornir acqua a Genova ed alle macchine dei Giovi, propo- nesse la condotta di cui si tratta, ebbe a dichiar®re con atto autentico che egli agiva per conto del medesimo signor Ni- colay, col quale figura fra i soci promotori dell’impresa; provano in secondo luogo che molto meno si potesse dar loro la preferenza per rispetto alle condizioni a cui la domanda loro era vincolata; provano finalesente che non potendosi fare la concessione se non che sulla base d’un piano _con-

ereto, è tale che Ja sua esecuzione non polesse recare asfa- coli nè ritardi alle opere attinenti alla strada ferrata, non vi era scelta a fara; poichè il sulo piano in cui concorressero tatte queste condizioni era quello presentato dal signor Ni- colay, col quale potevasi dar tosto mano al lavoro tanto per le opere murali sotterranee, come per quelle della condotta propriamente detta.

Tali furono i motivi che indussero il Goverro a fare col signor Nicolay suddetto una prima convenzione in data 27 maggio passato, vincolata pur sempre all’approvazione del Parlamento ; in base alla quale, e secondo gli obblighi impo- sligli, egli mise mano senza indugio cosí alle opere murali, come all’approvigionamento di tubi di condotta, che l’opera richiedeva in’grande quanfitá.

E giá i lavori murali erano presso al loro compimento, e la maggior parte dell’ingente quantitá di tubi era provve- duta quando sorgeva una circostanza che promettendo per Pesercizio della ferrovia sulla salita dei Giovi un ben piú prospero avvenire, consigliava, o diremo meglio costringeva il Ministero, a portare sulla prima convenzione suddeita quelle modificazioni che rendevansi assolutamente necessarie per poier profiliare della propizia circostanza medesima.

Tre valenti ingegneri nostri, dopo un lango studio, sono riusciti a conceriare un sistema meccanico, mediante il quale profiitando d’ana forte caduta d’acqua, qual è appunto quella interposta fera Busalla e Pontedecimo, si riuscirá ad ottenere una cosí pofente compressione dell’aria che volga alla pro- pulsione dei traini piú pesanti.

Il sistema atmosferico col quale l’elasticitá ordinaria del- l’aria spinge, contro il vuoto procurato con macchine fissein un cilindro chiuso da valvole esterne, uno stantufo che trae seco i convogli è noto a tulti, ma le belle speranze che esso fece da principio concepire fallirono per molti e gravi incon- venienti da cui in pratica lo si riconobbe viziato. E giá da parecchi anni si sperò eliminare questi inconvenienti inver- tendo il modo di propulsione, facendo cioè che lo stantufo che trae seco i! convoglio corra lungo la parie superiore del tubo continuo chiuso da valvole interne, sospinto dall’aria compressa a piú atmosfere nella parte inferiore del tubo me- desio. Ms qui si presentava un altro grave ostacolo proce- dente dalle difficoltá meccaniche di ridurre l’aria a tanto alto grado d’elasticitá quando r’era domandato dalla sicura rie- scita del sistema.

Ora il trovato dei nostri ingegneri consiste appunto nella semplicitá degli apparati con cui la pressione della colonna d’acqua si converte direltamente con pochissima perdita di «ffetto utile, e con somma ecomomia, in forza che costringe l’acqua nei tubi di propulsione,

Di quanta utilitá sia per riuscire ovunque l’applicazione di un facile ed economico sistema di propulsione all’esercizio delle strade ferrate, non è d’uopo spendere molte parole per dimostrarlo ; ma piú evidente e notevole è questa utilitá nel nostro paese, che essendo da alte catene di monti occupato in gran parte, diviso nel suo interno e separato dai parsi Vicini, non si può sperare di vederlo dotato da una vasta rete di strade proporzionata ai bisogni delle sue industrie ed alle polazioni commerciali interne ed internazionali, senza spingere sino ad ingenti altezze alcune linee, le quali anche finchè stanno dentro quei limiti di pendenza a cui si è speri- mentafo poter giungere la locomotiva, esigono però un di- spendio gravosissimo, e altrove rendono necessari i piani in- clinati con macchine fisse che condacono seco tutti gl’incon- venienti inseparabili dalla trazione esercitata colle funi; in- convenienti sempre gravi, ma gravissimi poi quando questi