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sessione del 1853-54


e di popolazione, è inetta a supplire ai bisogni di un servizio esteso e complicato, come quello di una stazione da cui si dipartono vari» diramazioni di ferrovie; ed ha inoltre il grave inconveniente di trovarsi collocata in un tronco di ferrovia di forte pendenza che rende le manovre dell’esercizio stentate, lente e pericglose. La stazione di Alessandria invece, vasta e collocata sul terreno orizzontale dove si concentrano gli stabilimenti occorrenti ad un grande esercizio, si presta ottimamente al servizio di molte diramazioni e fornisce al commercio, colla vicinanza di una grande e popolosa città, ogni opportunità di magazzinaggio per depositi e soste. La stazione di Novi, in cui concorrono in bastante riisura le stesse condizioni, è pur essa capace e sufficientissima a provvedere bene al servizio di una diramazione verso Tortona.

Provveduto così pel miglior modo alle comunicazioni di tutto lo Stato verso l’Italia centrale, e prendendo a considerare la linea d’Acqui, il Governo dovette convincersi che, isolare questa linea per farne un’impresa separata, aveva assai poca prospettiva di buon successo, od avrebbe costato non pochi sacrifizi al paese, tanto per riuscire ad assicurare i capitali necessari per la sua costruzione, quanto in seguito per attuarne Î’esercizio,

Ed infatti, la prima società che Ja promoveva, oltre al prendere per base della invocata concessione la garanzia del minimo d’interesse, riconoscendo non poter reggere a sostenere l’esercizio con una separata gestione troppo costosa, domandava che esso fosse assunto dal Governo a patti non poco onerosi. Poichè dunque la ferrovia dei ducati prometteva invece larglìii compensi, era ovvio che si congiungessero in una sola impresa le linee dirette al confine piacentino e quella di Acqui per ottenerne una compensazione che avrebbe procurato modo di eseguire vantaggiosamente tanto le une che l’altra. E così cessava anche il bisogno che lo Stato si addossasse il servizio oneroso della linca d’Acqui; mentre invece la società che avesse assunto questa linea assieme a quelle di Tortona e di Stradella, veniva ad avere un immediato sviiuppo di linee di oltre chilometri 110, che si estenderà a chi. lometri 120 quando sarà effestuata la congiunzione colla ferrovia di Piacenza; sviluppo questo che consente con tutta convenienza lo stabilimento di una apposita gestione di esercizio.

Quanto alla direzione della ferrovia di Acqui, se poteva essere contestata la maggiore opportunità di condurla direttamente in Alessandria, linea che il Ministero dei lavori pubblici riguardò sempre come preferibile, e se per alcuni rispetti si poteva invece credere migliore quella che volgesse da Acqui a Frugarolo, quando da Reugarolo stesso fosse partita l’altra unica linea verso Tortona ed i ducati, tale opinione non poteva piú reggere ove quest’altima linea si facesse muovere dalla grande stazione di Alessandria. Tuttavolta il Governo non volle prendere alcuna positiva determinazione in questo proposito senza aver prima sentiti il Consiglio provinciale e quello comunale d’Acqui; e le loro deliberazioni furono conformi al pensiero del Governo, amendue i detti Consigli preferendo che la ferrovia si conducesse dalla loro città direttamente in Alessandria. Gli argomenti addotti in appoggio di questa opinione sono tali che non sembrano poter ammettere ragionevole opposizione, quando si consideri che il vero centro degl’interessi commerciali delle provincie di Acqui e di Alessandria, dove convien pur giungere per procedere verso la capitale del regno o volgere verso la Lombardia e verso la Svizzera; e quando si osservi che, essendo di 33 chilometri circa la lunghezza della linea diretta da Acqui ad Alessandria, e di 58 chilometri quella che da Acqui viene ad Alessandria passando per Frugarolo, vi sarebbe, seguendo questa seconda linea, un allungamento di chilometri 5 circa. La considerazione poi della maggiore spesa a sostenersi per la linea diretta da Acqui ad Alessandria, mentre per arrivare a Frugarolo non si hanno a costruire che 28 chilometri di strada nuova, gii altri 10 percorrendosi su quella dello Stato, poteva aver peso sui voti della provincia finchè si trattava di dare una garanzia d’interesse del capitale occorrente; ma, fermo che la provincia non abbia ad avere alcun aggravio, questo argomento perde ogni vigore, A tutte le quali ragioni, che militano in favore della linea diretta per Alessandria, si aggiunge pur sempre quella che abbiamo già addotto della insafficienza ed inopportunità di giacitura della stazione di Frugarolo per essere capo a diramazioni di notevole importanza.

Nel favorire la costruzione della ferrovia d’Acqui, il Governo aveva in mira, oltre lo scopo essenziale di promuovere Pindustria ed il commercio del paese attraversato, anche quello di vantaggiare lo stabilimento dei bagni d’Acqui che è proprietà demaniale.

Or questo stabilimento si dimostrò affatto insufficiente in questi ultimi tempi nei quali tanto crebbe ovunque il con» corso di piú accreditati stabilimenti balneari.

Ma non parve al Governo che convenisse all’amministrazione entrare in ispese grandiose per ampliarlo, e stimò miglior partito quello di lasciare un tale assunto all’industria privata e di cogliere invece l’opportunità per cederio con patti vantaggiosi alla stessa società che assume l’impresa della strada ferrata, la quale ne avrà un doppio vantaggio nel promuovere un piú vivo movimento sulle sue linee e nel procurare una maggiore affluenza ai bagni, facendo che i concorrenti vi trovino le cure e gli agi che ne rendano il soggiorno confortevole.

Ad assicurare viemmeglio il conseguimento di questo scopo si offriva opportunissimo l’impiego della polla d’acqua minerale ricchissima e dotata di altissima temperatura che scaturisce dentro la città d’Acqui, la quale polla miseramente ora si sperde superflua, o si volge solo a pochi e meschinissimi usi, mentre potrebbe essere fonte di tanta ricchezza e di tanto sugsidio alla pubblica igiene. La città d’Acqui, ben comprendendo l’utilità che ne poteva trarre, entrò facilmente nelle idee del Ministero, ed aderì a cedere i due terzi di questa polla bollente alla società che avesse assunto, insieme alla ferrovia ed all’ampliazione dello stabilimento balneario demaniale, anche la costruzione di uno stabilimento nuovo con patti a lei molto vantaggiosi e convenienti ad un tempo alla medesima società.

Su questi principii fsandava il Governo il capitolato d’oneri, in base del quale egli diviserebbe fare la relativa concessione a quella società che, presentali progetti meritevoli di approvazione, accettasse la concessione medesima per un piú breve periodo d’anni.

In questo capitolato sono prescritte con precisione quelle condizioni tecniche che non conviene abbandonare all’arbitrio di una società, quando si voglia star certi che l’esercizio di una sirada ferrata adempia permanentemente ai fini di sicurezza, di utilità e di comodo pubblico che si deve ripromettersene. Ma è lasciata alla società concessionaria tutta quella libertà d’azione che le è necessaria per provvedere ai suoi interessi, e senza a quale non giova sperare ampio svilupps dell’industria privata.

I favori concessi sono di tal natura che non recano aggravio alcuno alla finanza dello Stato, e non sono guari diversi nè in piú larga misura accordati, di quelli che il Par-