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delle operazioni postali, che ora si fanno nelle rispettive sta- zioni prima della partenza, cosicchè una letlera impostata al momento della corsa viene assegnata nella rispettiva casella de!l’ufficio ambulante edistribuita al suo indirizzo poco tempo dopo. Un’operazione identica si eseguisce per le lettere ri- messe dagli uffici lungo la linea delle ferrovie.

Il Governo del Re ha inviato alcuni impiegati in Francia e nel Belgio per esaminare i vari sistemi e farne relazione, Il rapporto della direzione generale delle poste accorda la pre- ferenza al sistema belga, preferenza, oltre ad altre conside- razioni importanti, fondata su ciò, che l’amministrazione francese stessa sembra disposta ad adottarlo almeno in or- dine alia costruzione dei wagons.

Non lascia dubbio la relazione suddetta sull’atilitá di que- sta riforma applicata per ora come esperimento alla sola linea da Torino a Genova, edin questo parere concorre i’e- gregio nostro collega direttore generale delle poste. Grandis- simo riesce il risparmio del tempo divenuto ora piú che mai prezioso. Il ritardo fin qui cagionato dal cosí detto servizio di transito e dalla giacenza delle lettere negli uffici centrali e negli uffici corrispondenti, scompare per modo che una let- tera impostata a Torino, a cagione d’esempio, potrá essere distribuita a Genova cinque ore dopo.

Secondo i caleoli poi del signor direttore generale si può anche sperare un’economia ragguardevole, la quale, comun- que sia, non sará maiassorbita dalla spesa di manutenzione dei wagons, il coste primitivo dei quali non dovendo nep- pure ascendere all’intera somma di lire 3i,200, proposta in bilancio, non può in verun modo essere considerata come ragguardevole.

Per ovviare al ritardo causato dalle molteplici fermate per la rimessione ed il riconoscimento dei dispacci fu inventato un ingegnoso meccanismo, mediante il quale si eseguisce lo scambio nelle corse accelerate senza fermare il convoglio.

L’ufficio centrale, convinto dell’utilitá della proposta inno-

. vazione, unanime vi consiglia l’adozione della legge.

Modificazioni ed aggiunte alla legge 18 novembre 1850 sulla tariffa postale,

Progetto di legge presentato alla Camera VS febbraio 1854 dal ministro degli affari esterí (Bahormida). Sicnori! — La legge 18 novembre 1850 fu la prima ri-

forma nel servizio delle poste, e l’unica che, desideratissima

in siffatta materia, preoccupasse gli animi intorno alla sua opportunitá.

Noi ricordiamo in qual mado questa legge fosse combat- {uta, rammentiamo tuttora gli argomenti rilevantissimi che tanto in favor di essa quanto per la sua reiezione si pronur- ciarono. Nom si metteva in dubbio la bontá del sistema di modiche tasse sulle corrispondenze, si ammetteva il benefi- cio morale ed economico che dallo stesso ne doveva deri- vare, l’operato di altre nazioni serviva ad ua tempo di esem- pio e di stimolo, la necessitá spingeva sia per Pelevazione delle tariffe nostre non piú in armonia con quello spirito di libertá su cui ie istituzioni nostre si informavano, sia per le convenzioni che stavano per stipularsi con paesi dove la di- minuzione delle tasse era di giá in vigore, ma tuttavia gli spiriti si peritavano riguardo all’introduzione di una riforma perla quale alleggerendosi un’imposta ordinaria presso di noi, e resa tollerabile dall’abitudine, si andava a scemare un pro»

dotto di rilievo alla pubblica finanza, cui era piuttosto ne- cessario di venire in aiuto anziché di ritoglierne o di assoltti- gliarne le entrate. :

Le condizioni però dello stato nostro finanziario, il bisogno di ricorrere a straordinarie gravezze per ristabilirne l’equi- librio, non furono obbiezioni tali che non fossero superate dai raziocini di coloro che nell’abbassamento delle tasse ri- conoscevano un principio di giustizia per un piú equo ri- parto di questa imposta, una necessitá dei tempi, ed un su- periore vantaggio pel bene morale che ne sarebbe conseguito, e che dalla mitezza della tariffa argomentavano ad un corre- lativo aumento di corrispondenze, se non da compensare, almeno da ridurre a minime e non calcolabili proparzioni il sacrifizio che si imponeva al tesoro. Nè male i medesimi si apposero, giacchè il faito venne a confermare pienamente Popinione che eglino in appoggio della legge manifestarono.

La Commissione, incaricata dello studio delle leggi postali, e per essa il Ministero, stabiliva i suoi calcoli sulla base di una perdita del 42 per centue di un incremento epistolare del {0 per cento annuale da riuscire alla fine di un quia- quennio.ad una perdita non maggiore di lire 275,983, Il Parlamento, tenendo a calcolo i risultati ottenuti presso quelle nazioni che ci precedettero in tale riforma, fu d’avviso che il sacrificio non avrebbe dovuto oltrepassare la metá di detta somma, e dietro tale fiducia si aderiva alla legge.

Nell’anno 1850 il prodotto postale fu di lire 2,939,517 62.

Nel 1851, epoca in cui ebbe principio la legge, se ne rea- lizzò la rendita in lire 2,691,487 32, quindi lire 248,080 30 in meno, che non è una perdita del 9 per cento.

Nell’anno 1852 il prodotto arrivò a lire 2,970,840 93, ep- perciò col vantaggio su quello del 1850 di lire.31,323 31.

L’anno 1853 non è compiutamente conosciuto: si hanno però certi i risoltati a tutto il mese di novembre; facendo un calcolo approssimativo pel mese di dicembre, si avrá un to- tale di rendita per lire 3,158,596 38, quindi un aumento a profitto delle finanze di altre lire 219 mila. Quest’aumento ci chiarisce quale dev’ essere stato quello sulle lettere, men- tre, fatto riflesso che non solo le tariffe interne furono di- minuite, ma bensi e per la piú parte, quelle sulle corrispon- denze d’invio estero, stante le convenzioni in questi. ultimi anni stipuiate ed eseguite, e che la media delle antiche tasse distinte in sefte zone era calcolata solo pel movimento epi- stolare interno a centesimi 40 come alcuni lo dissero, od a ceniesimi 30 qualwente lo suppose la Commissione incari- cata del progetto di legge, ne consegue un numero di leltere assai superiore del terzo di ciò che era prima della promul- gazione del nuovo sistema postale.

Olire l’incremento epistolare, è notevole pur quello dei vaglia postali e dei giornali. I vaglia postali di cui la tariffa venne ridotta dal 5 all’ per cento profittarono, piuttosto che all’erario, immensamente al.movimento dei valori.

Nel 1850 furono dalla posta ricevute e consegnate, me- diante vaglia, lire 1,791,124 99.

Nel 1853 si raggiunse la cospicua cifra di tire 6,2931285 55.

I giornali, e calcolati semplicemente quelli che passarono in affrancamento presso ia direzione di Torino, furono :

Nel 1850 per un numero di copie di 3,274.927

Nel 1851 id. 3,971,684 Nel 1852 id. 4,547,650 Nel 1853 id. 8,263,908

Da questa rapida esposizione e dal quadro che a maggiore vostra cognizione vi si sottomette, o signori, voi riconosce- rete che gli effetti di questa riforma non solo giustificarono le nostre previsioni, ma, esempio notevole nella materia,