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avendo esaminate le basi, non che la convenienza dei patti, mi diede l’onorevole incarico di riferirvene in proposito ; co- sicchè il mio ufficio si restringe all’esame suddetto, sul quale non fa mestieri che io mi stenda lungamente.

In primo luogo dirò che la legge propostavi altro non è in certo modo che quella giá stata dal Parlamento sancita, e quindi pubblicata il giorno 3 luglio 1853, la qual legge, mal- grado le pratiche fatte in proposito, non ebbe sinora verun effetto, per essere andato a vuoto appalto di tale impresa, che ebbe luogo il 15 dello scorso settembre.

Senza entrare in disamina sui veri o presunti motivi di questo fatto negativo, la vostra Commissione, avendo sotto- posto a scrupoloso confronto i singoli articoli del pricio con- tratto con quelli del progetto ora presentato, non vi scorgeva altra differenza essenziale, se non quella che esiste tra le due somme che dovrebbero sborsarsi a titolo di anticipazione al- l’appaltatore; 200,000 lire erano portate sulla legge dei 30 luglio scorso, ed ora se ne anticiperebbero 300,000; ma, sebbene questa disparitá sembri a prima vista di gran rilievo, pure vi sono delle ragioni che militano in favore dell’accet- tazione del progetto.

In primo luogo, in questo progetto si conservano esatta mente i prezzi stabiliti nel prima, il regio Ministero credendo che questi prezzi possano contenersi dentro quei limiti che da regolari perizie sono stati assegnati; cosicchè .si tratte- rebbe soltanto di aumento della somma da anticiparsi, non di quella da spendersi per l’opera.

In secondo luogo, l’impresario si obbligherebbe, con que- sto nuovo contratto, a far costruire nei regi Stati e non al- Vestero tutte le macchine a vapore, e i legni ed altrezzi ne- cessari a fale scavazione, la quale non si estenderá soltanto al porto di Genova, ma bensí ad altri porti dello Stato, pen- dente otto anni consecutivi, ai prezzi dall’elenco giá stabiliti, Cosí ben vedete, o signori, quale vantaggio debbano recare questi patti all’industria nazionale, e specialmenta ai nascenti stabilimenti di macchine a vapore e di fonderie in ferro, i quali verranno in questo modo indirettamente favoriti ed in- coraggiati; d’altronde la costrazione di tali macchine e di tali legni, fatta sotto l’occhio di chi devo valersene, andrá naturalmente a riparo degli inconvenienti che pur troppo abbiamo piú volte veduti riprodursi, quando le macchine ed altri oggetti venivano in parte od in futto eseguiti all’estero da mano forestiera, talvolta poco interessata nell’utile del servizio.

Questi vantaggi sembrano alla vostra Commissione prefe- ribili all’inconveniente, certamente grave in ogni tempo, ma ancora piú oggidí, di aumentare lo sborso della somma de- stinata all’anticipazione; ma riflettendo: 1° che il pagamento di questa somma non può farsi che per quinte parti di lire 60,000, a mano a mano che verranno progrediti i lavori, ac- certati da persona delegata dall’amministrazione; 2° che per il pagamento della prima rata, oltre al lavoro eseguito, sará tenuta in conto la provvista di materiale per la costruzione delle macchine, fatta dall’impresa e verificata dagli agenti del Governo; 3° che l’imprenditore dovrá inoltre presentare uDa cauzione per l’ammontare di lire 209,000; tutte queste cau- tele sono tali che sembrano sufficienti per indurre il Senato a preferire i surriferiti patti a quelli che naturalmente si sa- rebbero dovuti aggiungere ai capitoli del primo appallo an- dato deserto. Ì

A questo parere della Commissione, che il vostro relatore è in obbligo di parteciparvi per ragione del suo mandato e che divide, gli sia permesso di aggiungere la propria opinione sulla utilitá e sull’urgenza di mettere senza ritardo in opera

tali lavori. Voi sapete, o signori, che, ogniqualvolta vennero esposie ia questo recinto le misere condizioni dei porti dello Stato, massimamente dal lato del loro ingombro soll’acqua, il vostre relatore non lasciò di perorare in proposito; e sic.

.come fale inconveniente è per sua natura stessa sempre pro-

gressivo, in una proporzione spaventosa, se egli patrocinava tale causa negli anni scorsi, cosa dovrá dire oggi che non si spese un soldo da piú anni per fali lavori, che le urgenze passate non furono soddisfatte, e finalmente che il male è giunto ora ad un punto intollerabile, non solamente nel porto di Genuva, ma in altri porti dello Stato, ben noti al vostro relatore? Cosí che nel chiudere questo rapporto egli confida nel senno dei suoi colleghi e nell’alacritá del’amministra- zione, perchè venga inesso riparo a questi danni ognora cre- scenti, giudicati incalcolabili da chi non è affatto digiuno delle cose di mare.

Riordinamento della pubblica istruzione.

Progetto di legge presentato alla Camera il 6 marzo 1854 dal ministro della pubblica istruzione (Cibra- rio), °

Srenoni! — Secondo il voto piú volte emesso dal Parla- merto, e le prowesse da me fatte, ho l’onore di rassegnare alle deliberazioni della Camera ua progetto di riforma della pubblica istruzione, diviso in cinque titoli, che formano al- treitante leggi, riguardanti:

1° L’amministrazione della pubblica istruzione;

2° L’istruzione superiore;

3° L’istruzione secondaria ;

Ho L’istruzione tecnica;

5° L’istruzione primaria. )

Non isfuggiva alla sapienza dei nostri maggiori che, se ogni umana istituzione ha d’uopo di essere di tempo in tempo con nuovi ordini migliorata, e talora quasi si può dire rinnovata, questo bisogno sí fa maggiormente sentire nella pubblica istruzione, tutrice della civiltá presente, mallevadrice della futura, incaricata di impedire che il mondo piú non imbar- barisca ed indietreggi. Quindi sono celebri le riforme di Emanuele Filiberto e di Vittorio Amedeo II, che fecero pre- valere nell’insegnamaento l’autoritá civile e l’elemento laico, Nè può passare illaudato ciò che Carlo Alberto operava a fa- vore della istruzione elementare maschile e femminile, della tecnica e della universitaria, nè l’impulso che egli dava ai diversi elementi della coltura nazionale colla istituzione di uno speciale Ministero per la pubblica istruzione; come non deve tacersi del sapiente indirizzo che tuiti gli stadi assun- sero softo la mano del personaggio che primo veniva chia- mate a reggere il nuovo dicastero.

Nel 4848, compiata dalla Monarchia assoluta la sua mis- sione unificatrice, Carlo Alberto di suo preprio moto la tras- formava in costituzionale. Quindi viemmaggiormente si sen- tiva la necessitá di nuovi ordini conformi al progresso dei tempi nel pubblico insegnamento. Il chiarissimo uomo che reggeva allora questo dicastero dettò una legge che introdu- ceva molte salutari riforme, e conteneva il germe di molte altre che ora è giunto il tempo di sviluppare.

Si provvide allora suviamente a molte parti dell’insegna- mento, ma non si poteva provvedere a tuite, né prevedere l’incremento che alcune di esse pigliarono in seguito con fortunata rapiditá, Fu notata però nella parte amministra