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4 antico sempre nuovo

spesso o troppo teorico o troppo empirico; poca lettura e poco viva e vitale; uso e abuso di traduzioni nei lavori assegnati per casa; molteplicità di materie; aridità di esposizione; le famiglie inconscie della natura e dell’utilità degli studi classici e indifferenti ai portamenti e ai successi del giovane alunno. Ciò in generale: non mancano davvero i buoni scolari, assecondati da saggie famiglie e guidati da ottimi maestri: potremmo anzi dire che di scadimento non si parlerebbe in confronto anche di tempi creduti molto più felici per lo studio del latino, se si paragonasse il numero assoluto dei buoni d’ora e d’allora, lasciando la proporzione tra i buoni e i cattivi.

I rimedi? Sono umili proposte, Eccellenza.

Si desidera maggior rigore negli esami di ammissione alla prima classe ginnasiale, e negli esami, generalmente, delle prime classi. Nella prima classe si impieghi il primo bimestre esclusivamente in esercizi pratici di grammatica e lingua italiana, quale preparazione allo studio del latino, nè s’incominci lo studio del latino se non dopo che il professore si sia assicurato dell’italiano. E il latino si studi prendendo per base e punto di partenza l’italiano, e le due grammatiche abbiano uguale terminologia e metodo. Si provvedano queste prime classi d’insegnanti sempre adatti al difficilissimo officio, abolendo l’odiosa distinzione tra essi e i professori del Ginnasio superiore e del Liceo, acciocchè ognuno resti volentieri nella classe e nell’officio a cui ha maggiore attitudine. Così può sperarsi che lo studio del latino sia reso attraente sin dal principio e abbia saldo e sicuro fondamento.