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relazioni sull’insegnamento del latino 5

Nell’insegnamento il professore si tenga ugualmente lontano dal metodo esclusivamente empirico e dal metodo puramente teorico. Nè vieti sistemi, nè troppa filologia. Il metodo corrisponda tanto alle esigenze della scuola quanto a quelle della scienza. E si tengano gli alunni sempre desti, attenti, curiosi; quando si offra l’opportunità, si diano loro, per esempio, notizie di mitologia e di antichità pubbliche e private.

Si sprigioni dallo scritto antico tutta la vita che esso conserva. La grammatica dia la chiave dell’interpretazione, ma stia, quando non è necessario, in disparte. L’insegnamento della grammatica sia tenuto ben diviso e distinto dalla lettura e interpretazione dei classici. Si mandi molto a memoria, ma con discernimento: ciò che scese più dentro l’anima, più facilmente e più a lungo vi si conserva.

E l’esame di licenza ginnasiale sia più rigoroso: vi intervenga il professore di latino del Liceo, il quale possa così accertarsi che l’insegnamento grammaticale fu compiuto e lascia aperto il campo a letture più lunghe e studi più geniali. E questo insegnamento deve essere così bene compiuto nel Ginnasio, che nel Liceo non sia necessario fare altre versioni dall’italiano in latino che nella scuola, a dimostrazione di leggi stilistiche, e si debba abolire la corrispondente prova d’esame, oltre che nella licenza, anche nelle promozioni. Nel desiderio tuttavia di abolire la detta prova negli esami di promozione non fu unanime la Commissione; e per la importanza dell’argomento, segniamo i nomi di quelli tra noi che si mostrarono contrari: sigg. Amo-