Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/241

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la poesia epica in roma 227

Certo: «venne a Glauco pastore; il quale vedendolo destro e pratico di molte cose, lo persuase a fermarsi lì e a prendersi la cura de’ suoi figli. Or egli fece questo, e i Cercopi e la Myobatrachomachia etc.» παίγνια insomma per divertire quei ragazzi1. Una terza volta poi si trova il nome di Livio poeta mescolato al nome di Livio Salinatore, a proposito della prima tragedia e comedia che rappresentò. Poichè Accio, nel luogo di Cicerone già ricordato, dice, e a torto dice, che Livio la rappresentò undici anni dopo la presa di Taranto per opera di Fabio Maximo, nell’anno dunque 556 o 557 di Roma, sotto il consolato di C. Cornelio e Quinto Minucio, ludis Iuventatis, quos Salinator Senensi proelio voverat2. Ma i ludi Iuventatis, di cui aveva fatto voto il Salinatore alla battaglia del Metauro, furono celebrati nel 5633. La quarta volta infine i due Livii si trovano congiunti nel fatto del carme a Giunone, il qual carme fu composto e cantato nell’anno del consolato del Salinatore e fu seguìto dalla sua vittoria su Asdrubale. E quest’ultima è la sola vera, forse. A Livio il poeta fu dato il carico di scrivere un inno che impetrò dagli dei la vittoria di Livio il console; ebbene Accio accostò, seguendo questa traccia, il Livio poeta al Livio console anche nelle date più importanti della vita sua; in quella della venuta a Roma, in quella della rappresentazione del primo drama. Or come credere a scrittori venuti molto dopo, che seguendo o Accio o la sua via, fanno il nostro Livio schiavo e liberto dell’altro Livio o

  1. Suida Ὅμηρος.
  2. Cic. Brut. 1. 1.
  3. T. Liv. XXXVI xxxvi.