Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/293

Da Wikisource.

la poesia epica in roma 279

greci. E ben difficile era prendere un verso ad Omero! Più che ad Ercole la clava1.

Solo, dunque, molto dopo le istanze scherzevoli, ora supplici ora minacciose di Augusto, il poeta perfecta demum materia potè recitare all’impaziente principe tre libri in tutto: il secondo, il quarto e il sesto2. Così ha Donato, cioè così aveva Suetonio. Servio3 dice invece recitavit primum libros tertium et quartum: che si emendava in libros primum tertium et quartum e si emenda in primum et quartum. Un libro, che non è tra questi, fu certo noto prima dell’opera intera: l’VIII. Si desume dal confronto di questo libro col primo di Tito Livio, nel quale appariscono chiare, dopo l’acuto e diligente studio di R. Sabbadini, le traccie dell’imitazione Vergiliana4. Queste, oltre che nella narrazione che riguarda Euandro ed Ercole e Caco, anche in altri luoghi. Ora il libro di T. Livio fu composto, come si vede dalla menzione che vi si fa nel cap. xix 3 del tempio di Giano chiuso da Augusto per la seconda volta dopo Numa, prima, dunque, che egli lo chiudesse la terza volta, il che fu nel 729; dopo che egli fu chiamato Augusto, ossia dopo il 727. Dunque il libro VIII dell’Eneide era noto tra gli amici di Vergilio prima di questo tempo che va tra il 727 e il 729. Ma anche in Vergilio Cesare è chiamato Augusto (678); dunque il libro di Vergilio fu composto dopo il gennaio del 727, e il libro di Livio è posteriore a questa data. Così si riprova

  1. Asc. Ped. in Suet. de gramm. 66 R.
  2. Don. 31 tamen multo post perfectaque demum materia tres omnino libros recitavit, secundum, quartum et sextum.
  3. Serv. ad Aen. iv 324.
  4. Sabb. Introd. ai libri VII, VIII, IX.