Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/301

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la poesia epica in roma 287

sando le freccie dal corpo di Enea (331-2), e la viola Iuturna, eccitando Turno ad assalire Pallante (439-40). Contradizioni? negligenze involontarie? Non pare, perchè Vergilio invece imitava Omero che dopo aver fatto tenere un simile discorso a Zeus (Θ 1-40), racconta che prende parte alla lotta (133-4), e fa che Apollo salvi Hector (311) e che Hera consigli Agamemnone (218). Un altro esempio: nella rassegna delle navi Etrusche egli nomina guerrieri che più non compariscono (X 166-214). Oblio? disegno di modificazioni ulteriori? Non pare: egli imitava Omero che nella Boiotia nomina anch’esso tanti guerrieri che altro non fanno in tutto il poema. Noi sappiamo perchè nella Boiotia così fosse; ma Vergilio non lo sapeva: vedeva soltanto nella cosa solo un tratto di naturalezza, un sentore epico1. Da ciò discendono le ripetizioni di versi e d’emistichi e di passi interi. Si metteva forse egli nella persona d’un aedo antico? E perchè no? Egli aveva l’anima veggente. Un solo verso, un suo verso delle Georgiche, ci dice tante cose! Agricolae: hiberno laetissima pulvere farra (I 101). Si annota: est carmen rusticorum antiquum: Hiberno pulvere, verno luto, grandia farra, camille, metes2. Non voleva egli che si sentisse nel suo poema, quello che egli sentiva in quello Ascraeo, la voce di poeti più antichi, di proverbi e di canti anonimi? E a questo si deve attribuire lo spesso ricorso di versi d’Ennio e d’altri passati, persino di contemporanei come Varrone Atacino e Vario, nella sua Eneide. Ricordiamoci che

  1. Vedi note al passo.
  2. Serv. ad i. 1