Pagina:Pascoli - Antico sempre nuovo.djvu/369

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a giuseppe chiarini 355

dere naturale la pronunzia domueránt? Ecco: l’accento, diremo, trisillabistico dei latini rifugge dall’ultima. Ma l’accentazione melodica della prima sillaba, l’accentazione che si dice preistorica, ne rifuggiva? Sì, in questo senso che l’accento melodico stava sulla prima, e quindi più o men lontano dall’ultima. Ma l’ultima, allora, non aveva alcun accento? E sì, rispondo, l’aveva, e come! Nell’accentazione primitiva, che noi possiamo idealmente ricostruirci, la nota alta del principio avvertiva, come un lieve squillo, che cominciava una nuova parola; e poi questa parola veniva, grave, irta, lenta, segnando, per dir così, il passo coi piedi pesanti, e distinguendo le sue parti di cui ognuna recava l’anima e il senso proprio.... Che dico di ricostruire idealmente? Noi conosciamo parole degli antichi dialetti italici, che ci si presentano persin nel marmo così materialmente distinte nei loro elementi! Io dico che nella parola antica dei latini coesistevano, con l’accento della prima, che era melodico, altri accenti, che non s’hanno a chiamare secondarii perchè sonassero meno forti, ma perchè secondario era il loro uffizio; chè del resto essi non sonavano più forti o meno del primo, ma diversamente; essendo essi espiratori e quello melodico. Ora, tornando a domuerant, dico che quando si pronunziava il melodico accento che era in do-, risorgeva anche l’accentazione energica dell’ultima; e quindi l’oratore e il poeta pronunziavano domueránt.

Ciò, insomma, che pare impossibile, data la sola accentazione trisillabistica domúerant, deve parere possibile, data l’esistenza dell’accento primitivo sulla prima. Dico l’accento sulla prima. In vero i