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PENSIERI SCOLASTICI1

I.


Il gravissimo dei mali che affliggono la scuola classica, è lo scoramento che al maestro deriva dalla diffidenza degli scolari, dei loro parenti, di tutti. Non si crede più, non che alla necessità, alla utilità dello studio del latino e del greco. Il lavoro di demolizione è cominciato: tolta una pietra, un’altra cadrà, una terza crollerà. Così si sfascerà la casa tra un nuvolo di quella polvere che chiamano erudita. O cieco Omero, dunque rinnegheranno anche una volta la tua sacra voce, la parola del canto, nella loro insania? e dove andrai? ti troverai di qui innanzi solo con gli eruditi? Oh! nelle loro case non brilla, quando fuori nevica, la bella fiammata che abbellisce la casa, come i bimbi l’uomo, le torri la città, i cavalli le pianure, le navi il mare!

E tolto il greco, rimarrà il latino? e il latino non si porterà via con sè l’italiano antico? Perchè la guerra è contro le lingue morte, contro gli studi liberali in nome del presente e pratico, del reale e

  1. Dalla «Rassegna Scolastica», anno II, fase. VI, 16 decembre 1896.